Via libera al patto che “blinda le tasse” per 4,5 milioni di italiani. È stato approvato il decreto sull’accertamento per le Partite Iva, con intese aperte anche ai soggetti meno affidabili per spingerli a dichiarazioni più reali. La battaglia all’evasione fiscale del governo Meloni passa anche dal concordato preventivo, come confermato dal viceministro dell’Economia Maurizio Leo nella conferenza stampa dopo il Consiglio dei ministri. «Portare tutti gradualmente a un voto più alto in modo da ridurre l’evasione». Quello l’obiettivo del concordato preventivo, rimodellato dopo le osservazioni delle commissioni parlamentari. Infatti, si è deciso di estendere l’accesso anche a chi ha un voto inferiore all’8 nelle pagelle fiscali.
«Il vero problema è legato al numero dei controlli per chi ha un punteggio inferiore all’8. Siccome non ne vengono fatti tanti, o li portiamo tutti più su o rischiamo che continuino a non dichiarare e non dichiarando ne deriva un pregiudizio per le casse dell’Erario», spiega Maurizio Leo. Come riportato dal Sole 24 Ore, l’esponente di Fratelli d’Italia non nasconde il traguardo a cui si ambisce: «Il nostro obiettivo è che attraverso l’emersione di questa materia imponibile si possa ulteriormente incidere sulla riduzione delle aliquote Irpef». Pertanto, le risorse raccolte saranno importanti per portare a termine la riforma fiscale.
CONCORDATO PREVENTIVO, OPPOSIZIONI INSORGONO MA COMMERCIALISTI APPROVANO
Maurizio Leo evidenzia anche come il testo del decreto presenti principi in grado di cambiare il rapporto tra Fisco e contribuenti: «L’amministrazione finanziaria non potrà emettere atto di accertamento se non previo contraddittorio che richiederà una motivazione rafforzata a fronte osservazioni del contribuente». Come riportato dal Sole 24 Ore, per il viceministro dell’Economia «era importante codificare questo istituto, perché negli ultimi ci sono state tempi tante operazioni poco trasparenti, ad esempio sul versante del superbonus». Di diverso avviso le opposizioni. Antonio Misiani, responsabile economico Pd, parla di «legittimazione dell’evasione fiscale». Per la collega di partito Maria Cecilia Guerra c’è una resa «indecorosa» nei confronti dell’evasione fiscale, il cui risultato finale sarà «quello di spingere all’inaffidabilità anche i contribuenti che oggi sono considerati affidabili».
Per Emiliano Fenu, capogruppo M5s in commissione Finanze alla Camera, col concordato preventivo non si potrà procedere ad un contraddittorio, in quanto i tempi saranno ristretti e l’Agenzia delle Entrate dovrà procedere con le proposte. Per Christian Ferrari, segretario confederale di Cgil, è «indispensabile che l’Agenzia predisponga per i contribuenti, soprattutto per quelli meno affidabili, proposte congrue». Il giudizio del Consiglio nazionale dei commercialisti, invece, è positivo. Infatti, per il presidente Elbano de Nuccio il decreto «rappresenta un ulteriore e apprezzabile tassello nel percorso di attuazione» della delega fiscale e rafforza il piano di «privilegiare il confronto ex ante al controllo ex post». Infine, sottolinea che sono state accolte molte delle proposte migliorative trasmesse dai commercialisti, come nel caso dell’introduzione di «un calendario fiscale idoneo a gestire l’ingente mole di adempimenti che si prospettano».