‘BALLA CON LUPI’ A MILANO: SI RIAPRE IL TOTONOMI A DUE ANNI DALLE ELEZIONI DOPO UNA CENA DA LA RUSSA
Mancano sì due anni alle Elezioni Comunali a Milano, ma soprattutto in casa Centrodestra non si vuole arrivare impreparati all’appuntamento con la rotta da invertire dopo 15 anni di guida ininterrotta della sinistra nella capitale economica del Paese: e accade così che durante una cena a casa del Presidente del Senato Ignazio La Russa si torna a far circolare un nome su tutti come possibile candidato sindaco di Milano in area Centrodestra.
Maurizio Lupi, leader di Noi Moderati, già negli scorsi mesi era stato inserito in un primo abbozzato totonomi sul destino dei candidati post-Sala a Palazzo Marino: è un nuovo “balla con Lupi” che ora emerge per precisa volontà dei diretti “sponsor” che hanno fatto uscire le “veline” alle agenzie rintuzzando il dibattito interno per i prossimi 2 anni.
Dopo l’infelice esperienza con il candidato Luca Bernardo che non è riuscito a colpire nel segno l’elettorato moderato, a destra si vorrebbe puntare su un nome politico importante per contrastare il candidato del Centrosinistra (dall’ipotesi “Pierfrancesco” – o Maran o Majorino – alla suggestione Mario Calabresi) e anticiparli sul tempo. Sicuramente è troppo presto confermare già nella primavera del 2025 il nome di chi potrebbe lanciare la propria candidatura, eppure l’intento del Centrodestra è quello di preparare per tempo e per bene l’operazione “Remuntada” (da leggersi con accento milanese e non alla spagnola, ndr) sotto la Madonnina.
«Non esiste candidarsi a due anni dalle Elezioni Comunali», ha spiegato lo stesso Lupi rispondendo a domanda specifica del “Corriere” durante il convegno di UilTrasporti a Roma, ma è sicuro che il Centrodestra debba preparare al più presto il programma serio per lanciare la sfida verso la prossima giunta comunale a Palazzo Marino. Se La Russa continua a fare il nome di Lupi come candidato potenziale ideale da lanciare contro la sinistra – magari in ticket Andrée Ruth Shammah, l’attuale direttrice del Teatro Parenti di Milano – il totonomi “alternativo” vene frenato da Forza Italia che invece vorrebbe puntare di più su nome civico per allargare il cordone del Centrodestra alle urne.
COSA BOLLE NEL CENTRODESTRA TRA LUPI, MORATTI E LA CARTA “CIVICA”
Da Tajani a Gasparri, leader dei senatori di Forza Italia, la strada da prendere sarebbe la “carta civica” da contrapporre alla politica della sinistra in questi quasi 15 anni di giunte progressiste: «Il futuro di Milano non si decide a cena», ha poi aggiunto piccato il vicepremier e leader di FI in risposta all’indicazione lanciata (nuovamente) da La Russia nel giro di qualche settimana. Il punto è trovare un nome di livello, che è poi la richiesta fatta dalla Lega anche di recente tra i ragionamenti di Fontana e Durigon.
Al momento lo stesso Presidente del Senato considera sensata la richiesta di un nome importante e forte per la politica milanese, ma al momento – commenta La Russa – «non vedo profili civici, la mia idea resta è che debba essere un candidato politico per fare il sindaco di Milano».
Un’opzione che rimane sul tavolo del totonomi verso le Comunali 2027 è quello della già sindaca di Milano, Letizia Moratti: gradita a Forza Italia, potrebbe attrarre Azione di Calenda verso il Centrodestra per la campagna verso le Amministrative (la stessa politica di lungo corso era candidata alle Regionali in Lombardia per il Terzo Polo). Nel totonomi non perdono quota i politici Fidanza (FdI), Morelli (Lega) e l’ex rettore del Policlinico Ferruccio Resta, ma ad oggi è Maurizio Lupi a rappresentare le maggiori “percentuali” nella complessa partita sulle candidature dei prossimi anni.
Al di là dell’allargamento all’area centrista (con un nome gradito ad Azione, come Moratti, e con una renziana di tradizione come la direttrice Shammah), la partita verso Milano 2027 sembra ormai ufficialmente cominciata: negli scorsi giorni alcuni nella Lega dopo il Congresso avevano sottolineato che nella partita potrebbe anche far parte direttamente il vicepremier Matteo Salvini, ma difficilmente si metterebbe a rischio un anno cruciale come quello delle Elezioni Politiche con una candidatura, seppur prestigiosa, ma altamente “localizzata”.
La decisione finale sarà presa come sempre dagli incontri fra Salvini, Meloni e Tajani, e il “totonomi” non si esaurirà certo qui: che sia una vera carta “politica”, o un’altra “civica”, saranno tutte vagliate dal Centrodestra con l’obiettivo concreto di costruire per tempo e in maniera solida la candidatura alternativa alla sinistra post-Sala.