È scandalo al Conservatorio Giuseppe Verdi di Milano, dove secondo quanto denunciato dal Corriere della Sera alcuni professori avrebbero ricevuto delle mazzette da studenti cinesi per favorirli alle selezioni di ammissione ai corsi. La Procura del capoluogo lombardo nelle scorse ore ha disposto ed eseguito delle perquisizioni nelle case e negli uffici di tre docenti, nonché nelle residenze di due allievi di canto. Gli agenti della Squadra Mobile, in questa occasione, hanno rinvenuto ingenti somme di denaro in contanti.
Cinquantamila euro sono stati trovati nell’abitazione di uno dei tre professori iscritti nel registro degli indagati con l’accusa di corruzione, altri ventimila in quella di un altro. Inoltre, altri quarantamila euro sempre in contanti sono stati sequestrati ad altri undici tra docenti e studenti che attualmente non sono indagati. I diretti interessati dovranno adesso dare delle spiegazioni al pm Giovanni Polizzi in merito alla provenienza dei soldi, presumibilmente illecita. L’ipotesi è che una parte siano il frutto di “lezioni private retribuite in nero” e un’altra rappresenti il contenuto di “bustarelle utili a garantire il superamento dell’esame di ammissione ai corsi accademici”.
Mazzette cinesi al Conservatorio di Milano: la difesa dei professori
I professori del Conservatorio di Milano coinvolti nel caso delle mazzette cinesi, per il momento, hanno negato l’ipotesi di reato di corruzione. “La mia assistita si dichiara totalmente estranea a queste accuse, ha consegnato subito i telefoni e i computer oggetto di sequestro, si è resa disponibile agli inquirenti. È pronta a dare delle spiegazioni sul denaro in contante trovato nella sua abitazione”, ha affermato al Corriere della Sera l’avvocato Carlo Fontana, che difende una insegnante di canto fra i tre indagati.
Il presidente dell’istituto Raffaello Vignali e il direttore Massimiliano Baggio da parte loro hanno preso le distanze dalla vicenda. “Il Conservatorio di Milano è parte lesa in questa vicenda ed è al fianco della magistratura per appurare i fatti. Abbiamo già fornito agli inquirenti i materiali relativi agli esami di ammissione e continueremo a fornire la più completa collaborazione, ma soprattutto rafforzeremo in ogni caso da subito anche le procedure interne atte a prevenire tali fenomeni sia in fase di ammissione che di valutazione degli studenti delle discipline a rischio di comportamenti scorretti”, dicono.