Non sarebbe Achille Lauro se non provocasse. E in questo periodo storico, dove tutto è sospettabile di significare qualcosa di politicamente eversivo, lui si presenta a Sanremo con un titolo di canzone che riporta ai tempi andati di Benito Mussolini. “Me ne frego” era infatti uno dei tanti slogan arroganti del leader fascista: ovvio che Achille Lauro non voglia fare apologia del fascismo, ma forse avrebbe fatto meglio a non usare quelle parole. Federico Mello, giornalista Rai di Radio1 e Rai Cultura, ha chiesto inquieto: “Davvero? Sul palcoscenico dell’Ariston uno degli motti più noti del fascismo e dei fascisti? Non si onora così la nostra storia”. Già l’anno scorso aveva cercato di far scalpore, con il brano Rolls Royce, che qualcuno aveva detto essere il nome di una droga usata dai giovanissimi in discoteca. Lui ovviamente aveva negato, il brano comunque era provocatorio lo stesso, facendo un po’ il verso al Vasco Rossi del periodo della vita spericolata. Il brano, musicalmente, un pezzo rock’n’roll, aveva significato per lui l’abbandono dell’underground hip hop e anche della samba trap di cui si dice sia stato un pioniere. Anche quest’anno si presenta con una serie di schitarrate rock, cercando probabilmente di imitare anche questa volta Vasco Rossi. Il testo invece, a differenza di quello dell’anno scorso, è una semplice canzoncina d’amore come tante, vorrebbe insinuare la tensione di un amore maledetto dove i due protagonisti si consumano nel desiderio, ma l’effetto è l’opposto, banale e infantile:
Me ne frego, Achille Lauro: testo e analisi. La “donna strega”
Il protagonista è ammaliato da una sorta di “donna strega” (anche qui, Achille Lauro rischia di sfociare nel ritratto di una donna negativa, malvagia, sfruttatrice, idea vecchia come il mondo che non corrisponde quasi mai alla realtà). Proprio questo lo attira, e il legame non si sa come finirà. Dimmi una bugia me la bevo. Sì sono ubriaco ed annego. O sì me ne frego davvero, sì me ne frego. Prenditi gioco di me che ci credo. St’amore è panna montata al veleno, ne voglio ancora. Alcol, affogare, veleno: se l’amore fa questi effetti, forse meglio darsi alle droghe come un tempo… Anzi no, farsi due domande: dopo tutte le polemiche per Junior Cally, non è che questo testo di Achille Lauro, così cinico, pessimista, da suicidio, sia molto meglio dal punto di vista educativo per i ragazzini… che ne dice Amadeus?