Roberta Lena era pronta a iscriversi ad una scuola di teatro, ma il direttore ci provò. Poi frequentava il Centro sperimentale a Roma, ma arrivarono le avance di un produttore importante che le disse «Se non la dai al produttore non lavorerai mai nel cinema italiano, non hai alternative». Fu brutto sentirselo dire, ma non è mai andata così per lei per fortuna. È stata importunata anche da un comico di fama. Per l’attrice bolognese, regista e autrice, «è una cosa latente, che può succedere sempre». Ne parla a Repubblica, ricordando un consiglio di Lina Sastri quando insegnava al Centro sperimentale: «Quando vi chiedono una scena di nudo controllate che sia veramente necessaria, che sia nella sceneggiatura».
Roberta Lena reagiva andando via. «Mi è capitato diverse volte». Quando le viene chiesto se abbia mai pensato di denuncia, l’attrice spiega: «Ero troppo giovane, poi erano richieste, proposte. Ero io a rinunciare, ad andarmene se non mi piaceva l’atmosfera». Sono stati diversi, comunque, gli episodi. «Sì, nel cinema, ma pure quando facevo la commessa per mantenermi agli studi, con richieste anche più esplicite. Se ci fosse un metoo delle commesse ne sentiremmo delle belle. Non è solo il mestiere di attrice, poi certo nel cinema ci sono zone d’ombra dove i molestatori sguazzano. E capitano anche i malintesi».
“ANNI DI CONQUISTE BRUCIATI DAL BERLUSCONISMO”
Roberta Lena a Repubblica racconta che una volta fu convocata per la prima lettura di un copione in una stanza d’albergo. L’attrice furibonda chiamò il suo agente. «Lui mi tranquillizzò, assicurandomi che non c’era nulla di torbido. In effetti, trovai dodici persone nella camera, Jean Reno compreso, intente a leggere il copione». La situazione, comunque, oggi è cambiata poco secondo lei, forse è pure peggiorata. «Il peggio l’ho visto negli anni di Berlusconi». Quando arrivò sul set di una grande fiction da prima serata e le chiesero da chi era stata segnalata.
Una richiesta incomprensibile per Roberta Lena, ma poi capì a cosa faceva riferimento. «Su quel set scoprii l’esistenza delle roulotte singole per le amanti dei ministri e delle roulotte “di gruppo” per quelle dei deputati». Una ragazza le spiegò «che per far carriera non bisognava andare a letto con più di due deputati, andavano scelti bene». E concluse dichiarando «che il mestiere di attrice alla lunga stancava e che lei si sarebbe poi data alla politica. Qualche volta il suo nome l’ho visto». Roberta Lena provò pena per questa donna, ricordando che alla fine peraltro non ha combinato nulla né nel cinema né in politica. «Mi fece molta rabbia che anni di conquiste fossero stati bruciati dall’avvento del berlusconismo».