La coltivazione sperimentale Ris8imo avviata dall’Università degli Studi di Milano lo scorso maggio – ve ne avevamo parlato in quest’altro articolo – è andata distrutta a causa dell’azione di alcuni vandali che di notte hanno raggiunto la coltivazione strappando e falciando gli arbusti di riso che stavano crescendo: un gesto che non trova alcun tipo di spiegazione e che ha causato non poco sconforto nei ricercatori e nei coltivatori, che avevano riposto in quel piccolo campo grosso appena 28 metri quadri numerose speranze sul futuro dell’agricoltura, perchè possa diventare più produttiva e sostenibile.
Facendo un passo indietro – infatti – il progetto Ris8imo era (ed è) unico nel suo genere nel nostro bel paese, tanto che si tratta del primo ad aver ottenuto il via libera ufficiale da parte del Ministero dell’ambiente e della sicurezza energetica per la messa a dimora in campo aperto di una coltivazione modificata con le tecniche chiamate TEA tecniche di evoluzione assistita che sfrutta la tecnologia CRISPR/Cas9, scoperta che è valsa il premio Nobel per la chimica nel 2020.
Questa tecnologia ha permesso, grazie a questa tecnica di correzione genetica senza inserimento di materiale esterno, (differenza sostanziale con gli OGM) ha permesso – partendo da una comunissima pianta di riso Telemaco, molto simile al più diffuso Arborio – di ottenere una nuova varietà (che è stata chiamata, appunto, Ris8imo) in grado di resistere alle infezioni del fungo brusone: un progetto nato nell’ormai lontano 2017 grazie alle ricerche e agli studi di Fabio Fornara e Vittoria Brambilla e che era riuscito a diventare una vera e propria cultura solamente lo scorso maggio.
Vittoria Brambilla: “Doloroso vedere il campo di Ris8imo distrutto senza spiegazioni”
L’obiettivo ultimo del progetto Ris8imo (insomma) era quello di “creare una pianta di riso sana e abbattere l’impiego di fungicidi – ha spiegato in questi giorni la stessa professoressa Brambilla -, nell’ottica di un’agricoltura sostenibile e di qualità” e dopo sette anni vedere i primi germogli crescere in qual campo milanese era stata una soddisfazione e il coronamento di “un lungo percorso di lavoro [durato] sette anni”.
Ma poi – ad appena un mese di distanza dal primo seme piantato – ad inizio giugno la bruttissima sorpresa quando “l’agricoltore mi ha chiamato per dirmi che di notte avevano distrutto il campo” in un vero e proprio gesto insensato e dannoso – oltre che per la ricerca – anche per la casse pubbliche visto che “è fatto con soldi delle università“. Per ora non ci sarebbero ancora dettagli sui responsabili e sulle loro motivazioni e questo (per certi versi) un altro punto doloroso per i ricercatori con Brambilla come ricorda come “abbiamo cercato di spiegare ai cittadini quello che facevamo [ed] eravamo disposti al dialogo“.
Un atto di vandalismo che non trova spiegazioni e che ha spinto gli organizzatori del Meeting di Rimini a promuovere un dibattito all’interno della manifestazione dal titolo: “Medicina sì, agricoltura no: perchè la scienza non è sempre scienza” a cui interverranno Roberto Giacobbo, giornalista e conduttore televisivo, divulgatore scientifico; Stefano Piccolo, docente di biologia molecolare Università degli Studi di Padova e membro della Pontificia Accademia delle Scienze; Giorgio Vittadini, presidente Fondazione per la Sussidiarietà e Sara Zenoni, professore di genetica agraria – Università di Verona, moderati dal giornalista Enrico Castelli.
Lo spirito dell’iniziativa è quello di cercare di capire come mai alcune scoperte, come quella della tecnica CRISPR – di gene editing, che come dicevamo ha ricevuto il Nobel nel 2020, non vengano comunemente accettate in agricoltura, dove vengono guardate con sospetto, nonostante permettano di ottenere piante che garantiscono una maggior produttività con un minor uso di fitofarmaci, mentre vengono applauditi tutti gli usi in medicina, dove sono applicate nella ricerca per la cura di malattie rare, tumori e malattie degenerative.
Gli ospiti invitati chiariranno le implicazioni dell’uso di questo strumento di gene editing in ambito medico, il prof. Piccolo, tra i pochi italiani ad essere membro della Pontificia Accademia delle Scienze, mentre Sara Zenoni ci racconterà del progetto che sta portando avanti presso l’Università di Verona, che dovrebbe ottenere presto il consenso dal Ministero per la messa a dimora della prima vite, uva chardonnay, modificata per resistere alla peronospora.
Sarà possibile seguire l’evento anche in diretta streaming sui canali del Meeting di Rimini e su questa pagina.
Medicina sì, agricoltura no: perché la scienza non è sempre scienza
Organizzato da ilsussidiario.net
Roberto Giacobbo, giornalista e conduttore televisivo, divulgatore scientifico;
Stefano Piccolo, docente di biologia molecolare Università degli Studi di Padova e membro della Pontificia Accademia delle Scienze;
Giorgio Vittadini, presidente Fondazione per la Sussidiarietà;
Sara Zenoni, professore di genetica agraria – Università di Verona.
Modera Enrico Castelli, giornalista