L’INTESA (UFFICIOSA) TRA ITALIA E GERMANIA SUL PROSSIMO VERTICE UE-USA SUI DAZI
Chiamare Berlino per aiutare Bruxelles e Washington, e anche per “rimettere” Parigi (e Madrid) al loro posto: questo il senso della possibile “tela” che Meloni starebbe mettendo a punto dopo la doppia telefonata, prima a Ursula Von der Leyen e poi al prossimo cancelliere tedesco Friedrich Merz. L’impresa politica in cui si è imbarcata Giorgia Meloni con la recente promessa strappata al Presidente Donald Trump e al vicepresidente Vance sul summit UE-USA per la situazione dei dazi è ricca di insidie, ostacoli e potenziali sacrifici geopolitici per raggiungere l’obiettivo finale.
Sebbene ufficialmente non sia andata alla Casa Bianca con il mandato diretto della Commissione UE è chiaro che la leadership del Governo italiano, politicamente molto vicino all’Amministrazione americana, sia servita a impostare i termini dei negoziati sul fronte commerciale e geopolitico della prossima stagione di colloqui tra Stati Uniti e Unione Europea. Meloni ha ottenuto oltre ai complimenti e l’endorsement pieno di Trump, anche la possibilità di un vertice a Roma per discutere anche con i rappresentanti UE su come impostare i dazi riducendo il più possibile gli effetti dannosi di una guerra commerciale che non vuole nessuno, l’America in primis.
Secondo quanto sostenuto dalle fonti preso il “Corriere della Sera” e “La Stampa”, dopo la visita alla White House la Presidente del Consiglio ha sentito al telefono non solo la Presidente della Commissione Europea ma anche il leader CDU Merz: sul tavolo la triangolazione giusta per convocare il vertice con l’Europa sui dazi, ma anche una possibile strategia allargata dal fronte commerciale alla guerra in Ucraina fino a riarmo e politiche economiche del futuro sul breve-medio termine a Bruxelles.
MELONI TRIANGOLA CON MERZ E VON DER LEYEN: FRANCIA E SPAGNA ’TAGLIATE FUORI’?
Importante sicuramente il ruolo di Antonio Tajani, non solo come Ministro degli Esteri ma anche come vicepresidente del PPE dove Von der Leyen e Merz sono le voci più importanti al momento: il Governo Meloni si prepara ad organizzare il summit a Roma nel mese di maggio, si vocifera o prima o immediatamente dopo il viaggio previsto da Donald Trump in Arabia Saudita il 17 maggio 2025.
Se Macron e Sanchez hanno atto intendere di non gradire particolarmente la centralità di Roma nell’eventuale vertice sui dazi con gli Stati Uniti – preferendo lo scenario più ideale di Bruxelles – al telefono con Merz è la stessa Meloni che pare possa aver spinto per far comprendere come l’occasione del rapporto diplomatico con Trump non è da perdere per nessun motivo al mondo.
Uno “strappo” in un momento delicato come questo potrebbe incrinare il già difficile negoziato che andrà trattato nelle prossime settimane con Washington. «Il summit sui dazi si faccia in Italia o rischia di saltare», sarebbe il virgolettato riportato dai media italiani circa il dialogo messo in campo da Meloni con il prossimo cancelliere del Governo in Germania. La trattativa è ancora in corsa, dall’Eliseo fanno sapere di non avere posizioni ufficiali di critica alle mosse diplomatiche dell’Italia di Meloni ma a livello ufficioso l’irritazione per Macron e Sanchez – i governi di centro-sinistra rimasti in sella, assieme alla Polonia – è di vedere un asse troppo spostato a destra per dirimere i destini del negoziato decisivo con Donald Trump.