La meningite batterica rimane ancora una delle infezioni più pericolose e letali al mondo, con un tasso di mortalità che può raggiungere il 10-15% dei casi non trattati e un 20% di sopravvissuti che sviluppano gravi disabilità permanenti.
L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha pubblicato le prime linee guida globali per migliorare diagnosi, trattamento e assistenza a lungo termine, con l’obiettivo di ridurre i decessi e le complicanze della malattia: “Non possiamo più permetterci ritardi: ogni ora persa aumenta il rischio di danni irreversibili”, è l’avvertimento del direttore generale Tedros Adhanom Ghebreyesus.
La malattia – che colpisce soprattutto bambini e giovani adulti – si diffonde rapidamente, con i batteri responsabili (come Neisseria meningitidis e Streptococcus pneumoniae) che attaccano le meningi, scatenando gravi infiammazioni cerebrali potenzialmente letali in meno di 24 ore. I sintomi iniziali – febbre alta, rigidità nucale, confusione – possono essere difficili da identificare e vengono spesso confusi con altre infezioni, ritardando cure e diagnosi.
A ciò si aggiunge anche la drammatica situazione nei Paesi a basso reddito, dove i vaccini e gli antibiotici risultano meno accessibili alla popolazione, rendendo lo scenario ancor più tragico: nella “cintura della meningite” africana, epidemie frequenti e diffuse causano annualmente migliaia di vittime.
Meningite batterica: cosa prevedono le nuove linee guida dell’OMS
Le raccomandazioni dell’OMS sulla meningite batterica s’incentrano su tre fronti principali: diagnosi accelerata, terapia tempestiva e supporto post-malattia. Per la prima volta, infatti, vengono fornite indicazioni chiare per medici e operatori sanitari, soprattutto in quei contesti con risorse limitate: “Servono protocolli standardizzati: antibiotici entro un’ora dal sospetto e corticosteroidi per ridurre l’infiammazione”, spiega un esperto dell’organizzazione.
Le linee guida includono anche strategie per gestire le complicanze a lungo termine, come la perdita dell’udito o possibili deficit neurologici, spesso trascurate nei piani sanitari nazionali.
Un altro focus essenziale è quello riguardante la prevenzione: l’OMS ribadisce l’importanza dei vaccini (contro meningococco, pneumococco e Haemophilus influenzae) e richiede maggiore impegno e dedizione affinché siano garantiti a tutti universalmente: “La copertura vaccinale è ancora troppo bassa in molte aree a rischio”, è la denuncia degli epidemiologi.
L’obiettivo principale sulla meningite batterica posto dall’OMS è quello di ridurre del 70% i decessi entro il 2030, ma per riuscirci sono necessari investimenti in formazione, sorveglianza e ricerca. Perché la meningite batterica non è solo un’emergenza medica: è una battaglia che si vince con cospicue risorse e tanta consapevolezza.