Maxi blitz dei Nas in diverse mense scolastiche sparse in tutto il Paese, sequestro di quasi un tonnellata di cibo e sospensione per 21 ditte di catering: è l’esito dell’intervento dei Carabinieri per la Tutela della Salute assieme alla sovrintendenza del Ministero della Sanità, messo in atto per il controllo nazionale sui servizi di ristorazione e sulle imprese che hanno in gestione il servizio mensa nei vari istituti. Il risultato del maxi blitz nel mondo della scuola è impressionante: 968 aziende di ristorazione controllate, di cui 198 hanno evidenziato diverse irregolarità tra le città di Aosta, Potenza, Pescara, Firenze,, Caserta, Ancona, Udine e Catania. Contestualmente, i Nas e la magistratura hanno disposto il sequestro e la sospensione di 21ditte di catering con un valore economico pari a 3 milioni di euro: in queste realtà sono state riscontrate, spiegano ancora i carabinieri, 25 violazioni penali e 247 amministrative alle normative nazionali e comunitarie, «con conseguente irrogazione di sanzioni pecuniarie per 204 mila euro».
BLITZ CONTRO LE MENSE SCOLASTICHE: SEQUESTRO DI 900 KG DI CIBO
Poca igiene nella scuola, alimenti non tracciati o di qualità inferiore a quella prevista per il contratto di servizi e poi ancora altre violazioni “tecniche” nell’accordo tra mensa, istituto e Ministero: queste le accuse a vario titolo riscontrate in alcune realtà italiane nella gestione del servizio mensa. «La regolarità dei servizi erogati nelle scuole è di fondamentale importanza perché interessa la salute dei nostri figli», ha detto il Ministro della Salute Roberto Speranza commentando a caldo il maxi blitz che richiama da vicino quello già eseguito sotto la gestione Grillo nel dicembre 2018, con la scoperta all’epoca di topi e cibi scaduti in alcune mense. L’operazione è a sorpresa fino a un certo punto visto che il controllo si svolge sempre attorno agli ultimi giorni di dicembre, anche se non vengono contattate prima le mense e le scuole: la contestazione più frequente è quella di aver utilizzato «prodotti inferiori a ciò che era stato dichiarato nei contratti di fornitura stipulati con i Comuni, al fine di trarre un illecito profitto lucrando sulla differenza di costo della materia prima utilizzata nella preparazione dei pasti». Da ultimo, sono stati sequestrati oltre 900 kg di derrate alimentari (carni, formaggi, frutta ed ortaggi, olio) perché considerati non tracciabili oppure custoditi in cattive condizioni sanitarie e in ambienti inadeguati.