Il cancelliere tedesco Friedrich Merz ha tracciato una linea netta nella discussione sul futuro fiscale dell’Unione Europea, ribadendo che il ricorso al debito comune deve rimanere una misura straordinaria, non strutturale: durante un confronto a Bruxelles con Antonio Costa – presidente del Consiglio europeo – Merz ha riconosciuto che strumenti come il Next Generation EU sono stati necessari durante il Covid ma ha avvertito che non si può normalizzare l’indebitamento collettivo e in questo già teso scenario, la posizione tedesca – sostenuta da Paesi nordici come l’Olanda – si scontra frontalmente con quella di Francia e Italia, che spingono per maggiore flessibilità per finanziare transizione verde e difesa.
Le divergenze riportano alla memoria i duri negoziati della crisi del debito sovrano del 2010-2015, quando Berlino impose rigore alla Grecia ma oggi, Merz evita toni punitivi ma resta fermo nel dire che l’Ue non può essere considerata un bancomat; la sfida è dunque quella trovare un equilibrio tra investimenti comuni e disciplina di bilancio, in un’Europa dove il 60% delle economie è ancora sotto i livelli pre-Covid e nel frattempo, Parigi accusa affermando che senza debito condiviso la competitività Ue resterà un miraggio.
Dazi Usa e immigrazione: la doppia partita di Merz tra pragmatismo e ideologia
Oltre al capitolo fiscale, Merz ha affrontato due temi spinosi cioè i dazi transatlantici e il controllo dei flussi migratori: sul commercio con gli Stati Uniti, il cancelliere ha espresso preferenza per l’azzeramento delle tariffe, criticando la recente decisione di Washington di imporre un 10% su auto e tecnologie Ue – a suo avviso, tariffe zero e standard condivisi sono la via maestra – pur ammettendo che l’Ue dovrà mediare tra le pressioni protezionistiche interne e il pragmatismo commerciale, un approccio che potrebbe ridurre le tensioni con l’amministrazione Trump, con cui Merz ha annunciato un prossimo vertice.
Sul fronte immigrazione invece, il leader tedesco ha difeso i controlli rafforzati alle frontiere, paragonandoli a quelli attuati durante gli Europei di calcio del 2023; secondo Merz, non c’è alcuna emergenza nazionale ma solo rispetto delle regole Ue respingendo così le accuse di chiusura nazionalista. Inoltre, ha voluto mettere chiaramente in evidenza che la Germania agisce in coordinamento con i partner europei puntando a un equilibrio tra sicurezza e solidarietà, una linea – però – estremamente fragile in un contesto dove l’ascesa dell’estrema destra tedesca chiede politiche ancora più dure.