Merz minaccia tagli fondi UE a Slovacchia per allineamento con Orbán e Mosca. Germania pronta a sospendere finanziamenti se violato stato di diritto
Il cancelliere tedesco Friedrich Merz ha avvertito in modo netto e senza mezze misure la Slovacchia, minacciando di bloccare i fondi dell’Unione Europea qualora il paese dovesse continuare a deviare dalla linea condivisa del blocco e a ignorare i principi fondamentali dello stato di diritto; parlando lunedì alla conferenza WDR Europaforum, Merz ha precisato che gli Stati membri che si discostano dai valori democratici possono essere sottoposti a sanzioni, ricordando come l’UE abbia anche la facoltà di congelare i fondi destinati ai governi trasgressori, e ha ribadito che la Germania non esiterà nel prendersi in carico la questione se sarà il caso.
L’uscita di Merz rappresenta finora la dichiarazione più decisa del nuovo cancelliere – insediato all’inizio del mese – finalizzata a rendere più rigidi i toni nei confronti dei paesi dell’Europa centrale che mettono in discussione l’autorità di Bruxelles, una linea già tracciata in precedenza nei confronti dell’Ungheria, a cui l’UE ha già sospeso gran parte dei finanziamenti per i continui dubbi sul rispetto dello stato di diritto sotto il premier Viktor Orbán.
La preoccupazione per la Slovacchia, in particolare, si è fatta sentire sia a Bruxelles che a Berlino: il governo di Robert Fico ha adottato un linguaggio sempre più polemico verso le istituzioni europee e si è avvicinato alle posizioni di Orbán, Fico ha anche espresso critiche pesante nei confronti dell’Ucraina ed è finito sotto accusa per la sua recente visita a Mosca, dove ha incontrato Vladimir Putin, mentre il suo esecutivo ha approvato leggi che, secondo gli oppositori, ricordano le misure autoritarie imposte in Russia.
Merz ha lasciato intendere che, se questa tendenze dovesse proseguire, un confronto con Slovacchia e Ungheria sarebbe inevitabile, ribadendo che l’Unione non può restare ostaggio delle scelte di una ristretta minoranza e lasciando intendere scontri più duri e parole meno diplomatiche nei mesi che verranno.
Merz contro Slovacchia: fondi UE a rischio per allineamento con Orbán e Putin
L’approccio di Merz determina così una discontinuità importante nella politica europea della Germania, che ora sembra voler dare un’accelerata più decisa nella difesa dei principi comunitari: il cancelliere non ha risparmiato critiche neppure all’Ungheria di Orbán, da anni al centro di tensioni con Bruxelles e che proprio in questi giorni è sotto osservazione per una nuova legge promossa dal partito al potere.
Il provvedimento, finalizzato a tagliare il sostegno economico a ONG e media che ricevono fondi dall’estero, è stato giustificato da Budapest come un atto di difesa della sovranità nazionale, ma ha generato timore tra i partner europei: il comportamento di Orbán, inoltre, ha già rallentato il sostegno all’Ucraina e ostacolato l’adozione delle sanzioni contro la Russia, spingendo Merz a passare all’offensiva contro chi frena l’unità decisionale dell’UE.
Le conseguenze per Slovacchia e Ungheria potrebbero essere pesanti, soprattutto considerando l’importanza strategica della Germania per le loro economie esportatrici con Berlino che rappresenta un mercato importante e le case automobilistiche tedesche (Volkswagen in testa); lunedì, il ministro dell’Economia ungherese Marton Nagy ha reagito parlando di una necessità di rivedere la dipendenza economica del paese dalla Germania, ma la possibilità tangibile di perdere l’accesso ai fondi europei resta una minaccia per tutti e due i paesi.
Merz ha chiarito che Berlino non è più disposta a tollerare che una minoranza di trasgressori sia d’ostacolo le decisioni comuni dell’UE, dimostrando una maggiore determinazione a difendere lo stato di diritto, anche se questo significherà affrontare scontri più duri con coloro che ne minacciano i principi.