Il 5 maggio è attesa una sentenza della Corte costituzionale tedesca che potrebbe smontare tutta l’Eurozona. Ma non avverrà. Nel frattempo la Bce continuerà ad acquistare Btp italiani e l’Unione Europea, con la sua strana architettura di cui la Bce è fondamento, continuerà ad essere il punto di crisi della finanza mondiale. “I problemi arriveranno quando si riterrà che l’emergenza sia finita e si tornerà alla normalità” spiega Alessandro Mangia, ordinario di diritto costituzionale nell’Università Cattolica di Milano. Sentenza del 5 maggio, acquisti della Bce, Mes, Germania, Italia, prossimo Consiglio europeo: tutto si tiene. Vediamo perché.
La Banca centrale europea, grazie a programmi varati appositamente, sta acquistando Btp ben oltre la quota italiana consentita in base alla ripartizione del capitale della Bce. Partiamo da qui.
Una premessa. La Bce sta svolgendo un lavoro egregio, garantendo stabilità a tutta la Zona euro con acquisti mirati che compensano le diverse situazioni tra i diversi paesi dell’eurozona. Non è nell’interesse di nessuno creare squilibri in questa fase delicatissima.
Non si sarebbe detto, dopo le dichiarazioni di Lagarde del 12 marzo scorso.
Ma dopo quelle strane uscite, che per fortuna, nessuno ricorda, tutto è sotto controllo, per ora. La situazione è di emergenza. E l’emergenza consente interventi straordinari su cui, almeno per il momento, nessuno ha nulla da dire.
Semplificando?
La Bce sta guadagnando tempo alla politica. E sta lavorando come se fosse una vera Banca centrale. Peccato non possa durare in eterno.
Fino a quando questo può avvenire?
I problemi arriveranno quando si riterrà che l’emergenza sia finita e si tornerà alla normalità. Lì avremo problemi, se non si interverrà da fuori d’Europa.
Il 5 maggio è prevista una strana sentenza della Corte costituzionale tedesca. Com’è possibile che il Quantitative easing della Bce sia chiamato in giudizio davanti ai giudici di un Stato europeo e, soprattutto, che la loro sentenza possa prevalere?
Per una ragione molto semplice: per il fatto che l’architettura europea è la replica funzionale di una costituzione federale. È costruita su una serie di trattati, recepiti in leggi nazionali, che possono esser dichiarate incostituzionali in qualunque momento. In Germania c’è una nutrita serie di sentenze, che comincia nel 2011, ai tempi dei primi aiuti alla Grecia, che mira a impedire una qualunque forma di mutualizzazione del debito o del rischio di credito.
La stessa linea seguita nel 2012, con la decisione sul Mes di cui avevamo parlato nel dicembre scorso?
Proprio quella. Come altre sulle Omt (Outright monetary transactions), che dovrebbero garantire ossigeno in tempi di crisi.
Dunque i singoli cittadini possono fare ricorso in qualunque momento alla Corte tedesca!
A differenza di quanto avviene da noi, sì. Ed è un elemento di enorme fragilità del sistema. Cosa sarebbe successo se la Corte tedesca avesse dichiarati invalidi in Germania i Trattati Ue, ai tempi della Grecia, del Mes o delle Omt? Semplicemente sarebbe venuto giù tutto.
Come può avvenire che gli acquisti della Bce, dai quali dipende oggi il destino di alcuni Stati, Italia compresa, possano esser ritenuti incostituzionali?
È così perché i Trattati sono stati costruiti sul divieto di mutualizzazione del debito pubblico. Perché un tedesco dovrebbe pagare più tasse per sostenere i bilanci greci, spagnoli, italiani, portoghesi? O lettoni o lituani? E perché noi dovremmo pagare di più per Spagna o Irlanda o Grecia, come abbiamo fatto ai tempi dell’intervento dell’Efsf (European Financial Stability Facility), un fondo lussemburghese cui abbiamo dato 43 mld che non rivedremo se non fra qualche decennio? E sempre che li si riveda.
Questa è mutualità.
Sì, e qui in Italia si capisce che può avere un senso. Ma questa cosa è fuori dai Trattati fin dal ’92. Che sono stati costruiti sul principio moneta unica e bilanci separati. E quando questa mutualità la si è voluta introdurre con gli eurobond di Juncker-Tremonti, nel 2010, la risposta è stata un comprensibilissimo no.
Dunque per fare mutualità bisogna cambiare i Trattati Ue.
Precisamente. Fino ad allora bisogna andare avanti così. E cioè con acquisti, continui, silenziosi e sottobanco. Altrimenti viene giù tutto, con danni uguali per italiani, francesi e tedeschi. E per tutti gli altri che si sono legati trent’anni fa nel progetto di moneta unica.
Non è una situazione molto promettente.
La verità è che l’Europa dovrebbe ringraziare il buonsenso di Mario Draghi, che è riuscito a far passare sottobanco questa costituzione monetaria parallela. Che adesso viene portata, per l’ennesimo volta, in Corte tedesca.
Torniamo alla Corte di Karlsruhe. Gli acquisti-aiuti potrebbero essere ritenuti incostituzionali – in quanto eccedenti certi limiti – in Germania. Noi che cosa c’entriamo?
C’entriamo, assieme a tanti altri, perché per controllare la situazione, la Bce sta comperando di tutto da anni, indipendentemente dal merito di credito, e indipendentemente dalle quote di partecipazione in Bce. Ma non è solo la Bce a comperare e stabilizzare.
Allude per caso all’intervento extraeuropeo che ha citato all’inizio?
Certo. Da settimane la Fed sta sostenendo indirettamente, come ha sempre fatto, la situazione europea, con acquisti mirati sul mercato europeo. Il problema è che qui in Europa il dibattito è talmente incistato sulle beghe tra Germania e Olanda contro tutti, che non ci si accorge che l’Europa è il punto di crisi della finanza mondiale. Non ci fosse stata la Fed e gli acquisti di società come BlackRock ed altre a stabilizzare la situazione in Europa, le cose in borsa sarebbero andate molto, molto peggio.
“Follow the Fed” è stata la parola d’ordine dei fondi e delle banche americane negli ultimi giorni. Che hanno comperato molto…
Perché sanno che l’Europa, con la sua stramba costituzione monetaria, è il potenziale punto di crisi della finanza mondiale. Perché non abbiamo una banca centrale degna di questo nome. E perciò deve fare la banca centrale di nascosto, con il Qe, le Omt e il Mes. Che sono cose che nessuno capisce in Europa.
E fuori dall’Ue?
Ci si sono abituati, e si adattano. In fondo, il problema è nostro. Loro limitano i danni. E meno male che lo fanno. Per loro e per noi. Ci sarebbe da ringraziare la finanza americana per questa quiete regalata.
Torno sul problema da un altro punto di vista. In che modo l’operato della Bce secondo Draghi-Lagarde violerebbe i diritti dei cittadini-risparmiatori tedeschi? Ovvero: cosa c’è di incostituzionale?
C’è che il sostegno indiretto a finanze di altri Stati viene visto come contrario al principio democratico per cui si tassa con il consenso, esplicito e diretto, del Parlamento. E i soldi dei cittadini non devono essere destinati per finalità non direttamente controllabili dal Parlamento e andare in Polonia, Irlanda o in qualunque paese che non sia un contributore netto. E nemmeno andare a sostenere, indirettamente, il bilancio pubblico italiano. È abbastanza semplice, se ci pensa. Lo Stato di diritto nasce da qui. È che da noi queste cose si sono dimenticate.
Perché l’operato della Bce dev’essere conforme alla Corte costituzionale tedesca e non a quella italiana?
Guardi, volendo, qualunque Corte in Europa potrebbe seguire gli indirizzi della Corte tedesca che, mi lasci dire, è da sempre la più coerente nel difendere il principio del niente tasse senza autorizzazione parlamentare. Per fortuna, finora in Germania la Corte ha difeso la Costituzione in linea di principio, e si è limitata a dettare condizioni sul funzionamento del Mes e delle Omt, lasciandole andare avanti sotto condizione.
La sua previsione?
Lo stesso farà con il Qe. Mica faranno venire giù tutto il 5 maggio. È che questo è un elemento di pressione sul governo tedesco. Che non è messo molto meglio di quello italiano, nel cercare di tamponare una situazione che frana ogni giorno, in un quadro istituzionale che non funziona da dieci anni e che è un tappo alla crescita mondiale.
E come la Corte tedesca è investita della costituzionalità degli acquisti Bce, allo stesso modo può esserlo del Mes.
Certo. Se lo è già trovato davanti nel 2012 e lo ha salvato con due correzioni sostanziali. Chi parla oggi del trattato Mes non sa – o finge di non sapere – che quel trattato è in piedi solo grazie alla buona volontà della Corte tedesca. E che è stato salvato in sede diplomatica nel settembre 2012, con qualche escamotage divertentissimo che non è mai passato in nessun Parlamento. Il trattato Mes può essere dichiarato incostituzionale ovunque, e in qualunque momento, perché in Germania, dopo quella sentenza, è in vigore un trattato e nel resto d’Europa un altro.
Non è surreale che oggi si parli tanto di un trattato che può essere demolito in qualunque momento?
E che da questo trattato si faccia dipendere tanto? Altroché. È uno dei motivi per cui, fuori d’Europa e delle sue beghe, ci guardano con tanta curiosità.
Germania e Stati satelliti vogliono condurre in porto la trattativa sul Mes dell’Italia prima del 5 maggio. Perché?
Per un’infinità di ragioni, non ultima quella di non dover sopportare un dibattito interno sulla mutualizzazione del debito con una sentenza che, potenzialmente, può smontare la Zona euro. Non le sembra un buon motivo?
(Federico Ferraù)