L'UE torna a pressare l'Italia per la ratifica del Mes in Parlamento: Giorgetti e Salvini confermano stop, “non è vantaggioso per il Paese”. Gli scenari
PERCHÈ L’EUROPA TORNA A PRESSARE L’ITALIA SULLA RATIFICA DEL MES: L’AFFONDO ALL’EUROGRUPPO
La lunga, estenuante, battaglia dell’Unione Europea contro il Governo italiano sulla ratifica del Mes è ripresa più forte che mai: nella cornice dell’ultima riunione dell’Eurogruppo (lo scorso 12 maggio 2025), i vertici UE hanno ripreso a sottolineare la necessità impellente di approvare in toto la riforma del MES dopo la sottoscrizione di tutti e 27 i Paesi Europei nel 2021, quando al Governo italiano v’era il Premier Giuseppe Conte appoggiato da Pd, M5s e Italia Viva.
Pur davanti ai tentativi di mediazione del Ministro dell’Economia Giorgetti, la posizione dell’Italia oggi – come alla nascita del Governo Meloni – resta la medesima: nessuna apertura per approvare la riforma del nuovo Meccanismo Europeo di Stabilità in Parlamento, nonostante oggi si sia “trasformato” in una sorta di fondo UE per le crisi delle banche con eventuale ristrutturazione del debito in caso di clausola attivata. Secondo il direttore del Mes Pierre Gramegna, intervenuto all’Eurogruppo, non avere ancora oggi attivato il “backstop” di risoluzione banche (ovvero il salvagente finanziario comune, ndr) è un enorme «svantaggio globale». Tale backstop sarebbe attivo infatti solo con la piena ratifica del Meccanismo, e non può avvenire finché l’ultimo Paese – l’Italia – non provvede al passaggio in Parlamento.
Davanti al pressing di molti Ministri europei ancora ieri a Bruxelles, il titolare del MEF Giancarlo Giorgetti ha sottolineato le difficoltà di procedere con l’approvazione vista la contrarietà di gran parte della maggioranza di Governo: Lega, fin dalle origini del Mes contraria alle varie applicazioni; quasi tutta FdI e pure parti di Forza Italia, seppur con sfumature più moderate. In caso di crisi bancaria – ha tuonato il Presidente dell’Eurogruppo Donohoe – il Mes non potrebbe avere alcun ruolo attivo, aumentando così i rischi di difficoltà bancarie presenti o future. La spinta dell’Eurogruppo arriva in tandem con le iniziative della Commissione Europea che nell’identificare possibili strumenti di finanziamento della difesa ritiene il Mes una delle “armi” in potenza.
SALVINI RIBADISCE LA POSIZIONE DELLA LEGA: “IL MES È UN CAPPIO AL COLLO, GIUSTO OPPORSI DA MONTI FINO AD OGGI”
All’epoca della mancata ratifica del Governo Conte-2 il Pd, pur non pregiudizialmente contrario al Mes, si era accodato alla posizione di Palazzo Chigi: oggi però, con i costanti rifiuti della maggioranza di Centrodestra di approvare la ratifica finale, i Dem con PiùEuropa, Azione e Italia Viva attaccano il Governo ritenendo Meloni «incapace di scegliere tra realtà e propaganda», rendendo l’Italia «lo zimbello d’Europa». La risposta del Governo arriva dal vicepremier Matteo Salvini, che sposa l’opposizione di Giorgetti rispetto ai vertici UE: «il Parlamento ha già respinto il tentativo europeo di metterci questo cappio al collo» che è il Meccanismo Europeo di Stabilità.
Nonostante il cambiamento dal vecchio Mes al nuovo “salva-banche” non vi sarebbero grandi vantati per l’Italia, dato che il sistema bancario nazionale gode di ottima salute secondo il leader della Lega: così, nel suo post sui social, Salvini “suggerisce” la risposta che ora andrebbe data all’Eurogruppo visto il nuovo pressing di Bruxelles sulla ratifica italiana. «Proponiamo di liquidare la quota italiana per riprenderci i nostri quindici miliardi»: con quei fondi, conclude il segretario del Carroccio, l’Italia potrebbe abbassare le tasse, fare investimenti e aumentare le pensioni, «lasciando liberi gli altri di fare quello che vogliono».
Oltre a Donohoe, anche il vicepresidente della Commissione UE Dombrovskis – uno dei “falchi” notoriamente più rigidi in UE contro la posizioni italiane – ribadisce la necessità di finalizzare la ratifica del trattato, anche se resta l’organo UE non competente direttamente essendo un trattato intergovernativo.
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