LE VISITA “LAMPO” DI PAPA FRANCESCO IN CARCERE: “VICINO A VOI ANCHE SENZA LA LAVANDA DEI PIEDI”
È durata poco più di mezz’ora la visita di Papa Francesco al carcere Regina Coeli di Roma in questo Giovedì Santo, dimostrando una grande caparbietà nel voler riprendere gradualmente i propri impegni da Pontefice, ma anche l’attenzione di seguire le indicazioni prescritte dai medici per non forzare le tappe di questa convalescenza. Eppure anche nel momento di massima complessità della salute di Bergoglio, il Santo Padre non ha voluto far mancare la propria vicinanza ai detenuti e le detenute rinchiuse in uno dei più grandi istituti penitenziari della Capitale.
L’incontro con 70 detenuti è avvenuto poco prima delle ore 15, con presente il direttore di Regina Coeli Claudia Clementi e il cappellano Padre Vittorio Trani: «vivo la Pasqua come posso», ha raccontato Papa Francesco ai detenuti che lo hanno accolto con ovazioni e urla, come riporta l’ANSA. «Ogni volta che entro in un posto come questo mi domando perché loro e non io?»: affaticato e con poca voce, il Papa non portava comunque i naselli per l’ossigeno ed è sembrato comunque in condizioni migliori alle precedenti apparizioni in pubblico di queste ultime settimane. Dopo la Santa Messa del Crisma di questa mattina e in vista della Messa in Cena Domini del pomeriggio, il Santo Padre non ha effettuato come prevedibile la Lavanda dei piedi ai detenuti, spiegando ai detenuti che in queste condizioni non è stato possibile «ma posso e voglio essere vicino a voi. Prego per voi e per le vostre famiglie».
Stamane il cardinale Calcagno ha invece letto l’omelia di Papa Francesco nella Santa Messa del Crisma, primo evento del Giovedì Santo, incentrata del tutto sul valore del sacerdozio: «Il nostro sacerdozio diventa un ministero giubilare, come il suo, senza suonare il corno né la tromba: in una dedizione non gridata, ma radicale e gratuita. È il Regno di Dio». Il popolo cristiano attende l’annuncio di Cristo, attende la remissione dei debiti e dei peccati, ma soprattutto attende la speranza e la gioia del Signore: «È Dio che fa crescere e che unge i suoi servi con olio di letizia», ha concluso Papa Francesco nell’omelia del Crisma.
DALLA MESSA DEL CRISMA ALLA LAVANDA DEI PIEDI NELLA MESSA IN CENA DOMINI: TUTTI GLI APPUNTAMENTI IN DIRETTA VIDEO STREAMING
La “nascita” dell’Eucaristia, la centralità dell’umile servizio, il dolore per un tradimento e l’inizio della Passione verso la croce: il Giovedì Santo, primo giorno di Triduo Pasquale, racchiude in sé tanto della dottrina cattolica e del messaggio che ancora oggi il cristianesimo può dare al mondo in fiamme. La Santa Messa del Crisma, la Lavanda dei Piedi e la Santa Messa in Cena Domini rappresentano i tre cardini portanti del Giovedì Santo 2025, con l’incognita quest’anno rappresentata dalle condizioni di salute di Papa Francesco che ancora non eccellono dopo il lungo ricovero concluso il 23 marzo scorso per una grave polmonite bilaterale.
Non potrà celebrare, non ha ancora le forze fisiche e la tenuta della voce per una celebrazione così prolungata come quelle della Settimana Santa, ma vuole comunque presenziare all’interno della Basilica di San Pietro, specie perché si tratta di due rituali al chiuso e al riparto da colpi di freddo eventuali (come raccomandato dallo staff dei medici del Gemelli). Resta comunque la stretta vicinanza sia nello spirito, nella preghiera, ma anche con i testi delle omelie che accompagneranno la “doppia” Santa Messa prevista per oggi 17 aprile 2025.
Gli appuntamenti scanditi dal Vaticano per questo Giovedì Santo, per l’appunto, si “sdoppiano” come da tradizione seguendo la liturgia di rito romano, con un “rebus” ancora da sciogliere: si parte alle ore 9.30 con la Santa Messa del Crisma in Basilica di San Pietro, con diretta video streaming sui canali di Vatican News su YouTube. Salvo cambiamenti in extremis, a sostituire Papa Francesco celebra il cardinale Domenico Calcagno, presidente emerito dell’APSA, l’Amministrazione del Patrimonio della Sede Apostolica.
COSA FARÀ PAPA FRANCESCO OGGI: LE “CONDIZIONI” POSTE DAI MEDICI DURANTE IL TRIDUO PASQUALE
Il “rebus” resta sulla Messa in Cena Domini, normalmente celebrata da Papa Francesco all’interno di un carcere o una casa circondariale, connesso al rituale della Lavanda dei Piedi svolto da Bergoglio sempre con detenuti fin dall’inizio del suo Pontificato. Stante le condizioni del Papa inizialmente non era stato previsto quest’anno un gesto simile, lasciando invece la celebrazione della Messa vespertina di memoriale dell’Ultima Cena di Gesù ancora all’interno della Cattedrale di San Pietro alle ore 18 con il cardinale Mauro Gambetti, Arciprete della basilica papale di San Pietro.
Fonti Vaticane però ieri hanno fatto sapere della presenza di Papa Francesco all’interno del carcere di Regina Coeli a Roma oggi alle ore 16: incontrerà i detenuti dell’istituto penitenziario e assisterà alla Santa Messa in Cena Domini realizzata dal cappellano del carcere. Con questa seconda ipotesi si rende così anche possibile la presenza con preghiera e/o benedizione finale dello stesso Pontefice: i medici hanno infatti ribadito tramite gli ultimi bollettini del Vaticano che la partecipazione di Papa Francesco ai riti della Settimana Santa è legata alle condizioni meteo (oltre che ovviamente al suo quadro clinico aggiornato). Non sono da escludere eventuali sorprese improvvise come ormai ci sta abituando Papa Francesco dopo l’uscita dall’ospedale e il lento ma progressivo recupero fisico post-ricovero: difficilmente però, vedendo le condizioni e la mobilità attuale del Santo Padre, potrà ripetete il gesto della Lavanda dei Piedi con i detenuti in qualche carcere romano come nei 12 anni precedenti di Pontificato.
I RITI DEL GIOVEDÌ SANTO E LA SPERANZA CRISTIANA VERSO LA PASQUA
Al di là della presenza o meno di Papa Francesco nella Santa Messa in Cena Domini e della Messa del Crisma, resta il tema chiave del Giovedì Santo, primo giorno del Triduo verso la Pasqua di Resurrezione: in questa giornata si chiude ufficialmente la Quaresima e viene ricordata l’Ultima Cena di Gesù con gli Apostoli, dove in molti ricordano il tradimento di Giuda Iscariota ma pochi riflettono sulla storica origine dell’Eucaristia.
Il Cristo “anticipa” il senso della Santa Messa che diverrà poi lo strumento centrale della vita religiosa cristiana: mangiare il “corpo” di Cristo e bere il suo “sangue” – il pane-ostia e il vino – diviene da quel giorno in poi il continuare a rivivere la memoria dell’offerta di Gesù all’umanità per poterla salvarla da male e violenza.
Come ha ripetuto in questa Settimana Santa 2025 dal Santo Sepolcro il cardinale Pizzaballa, la speranza cristiana si fonda sulla Passione, sul “pane vivo” di Gesù e sulla sua offerta in croce per l’intero mondo: i cristiani possono concretamente sperare in un Bene ultimo proprio in forza della vittoria di Gesù sulla morte, pre-annunciato già nella Messa in Cena Domini e con il rito di massima umiltà della Lavanda dei Piedi. Nell’Anno Santo giubilare dedicato alla speranza, la Chiesa con Papa Francesco ricorda al suo popolo che è solo «nella speranza siamo stati salvati».
Con la lavanda dei piedi ai propri discepoli, Gesù intendeva ripetere un gesto che all’epoca precristiana era compiuto solo dagli schiavi, dai servi: «vengo per salvare voi e vi lavo i piedi», così il Santo Padre ogni anno ripete ai detenuti nel ricordare il gesto di assoluta umiltà inaugurato dal Cristo nello stupore generale dell’epoca.
La Lavanda dei Piedi è la memoria pura della scelta libera di Gesù di donare se stesso con amore di padre per la salvezza dell’anima umana: un amore che è primo servizio verso la “miseria” altrui, come spiegava lo scorso anno Papa Francesco incontrando le detenute femminili nel carcere di Rebibbia, «È un gesto che attira l’attenzione sulla vocazione del servizio. Chiediamo al Signore che ci faccia crescere, tutti noi, nella vocazione del servizio».
In ultima analisi forse in pochi sanno che la ritualità del Giovedì Santo prende avvio con la Santa Messa del Crisma, un simbolo tradizionale che rimanda direttamente alla Resurrezione di Cristo: è in questa celebrazione che vengono consacrati gli oli santi usati per l’intero anno liturgico successivo tra battesimo e cresima, così come per l’unzione dei malati.