MIA MARTINI/ 25 anni dalla morte: le sue canzoni un’eredità musicale

- Emanuele Ambrosio

Mia Martini a 25 anni dalla morte rivive nel film tv "Io sono Mia" con protagonista Serena Rossi: le sue canzoni capolavori della musica italiana

Mia Martini Mia Martini (Wikipedia)

Mia Martini a 25 anni dalla morte torna in tv nel film “Io sono Mia”. A prestarle il volto la bravissima Serena Rossi acclamata da critico e pubblico per la sua straordinaria interpretazione di una delle regine della musica italiana. Una carriera unica quella di Mimì, osannata più in Europa che nel suo paese che, come accade sempre, l’ha rivalutata dopo la sua dipartita avvenuta a soli 47 anni. La grande assente, come ama chiamarla e cantarla il suo grande amico Renato Zero, ci ha lasciato alcune delle pagine più belle ed emozionanti della musica italiana. La sua voce malinconica e struggente continua a suonare e risuonare senza mai stancare, ma conquistando sempre nuovi ammiratori e cuori. Del resto canzoni come “Minuetto”, “E non finisce mica il cielo”, “La nevicate del ’56” fino alle perle “Almeno tu nell’universo” e “Gli uomini non cambiano” sono dei capolavori intoccabili. Un vero e proprio testamento musicale che la fragile e bellissima Mimì ci ha lasciato in eredità per sempre. (aggiornamento di Emanuele Ambrosio)

Mia Martini 25 anni dalla morte: “La mia vita era diventata impossibile”

Mia Martini rivive nel film tv “Io sono Mia” interpretato da Serena Rossi e trasmesso (in replica) martedì 12 maggio 2020. Un’occasione speciale visto che il film, prodotto da Luca Barbareschi, viene riproposto al pubblico nel 25esimo anniversario della morte dell’interprete di “Almeno tu nell’universo”. A soli 47 anni l’immensa Mimì si è spenta lasciando un vuoto incolmabile nel mondo della musica mondiale. Si, proprio così mondiale, perché la voce di Mia ha superato i confini nazionali conquistando la Francia di Aznavour, ma anche il resto del mondo. Amatissima, forse di più in Europa che in patria, Mimì è stata vittima del sistema discografico e dell’invidie di chi ha cercato in tutti i modi di offuscarla. Le maldicenze, le malelingue sul suo conto, l’infamia di un’etichetta “porta jella” con cui ha dovuto convivere per il resto della sua vita. A distanza di 25 anni dalla sua morte il nome di Mia Martini risuona più forte di prima; le sue canzoni sono ancora oggi patrimonio della musica italiana e vengono ascoltate e scoperte per la prima volta dalle nuovissime generazioni. Da “Minuetto” a “Piccolo Uomo”, da “Almeno tu nell’universo” a “Gli uomini non cambiano” fino alle struggenti “La costruzione di un amore” e “Cu’mmè”, la voce di Mimì non ci ha mai lasciati da soli. Ci ha accompagnato (e continuerà a farlo) facendo luce in un panorama musicale spento e privo di emozioni sincere, vere e travolgenti. Artiste come Mimì sono un dono unico e speciale, che abbiamo meritato per pochi anni, ma quello che ci ha lasciato ha un valore inestimabile.

Mia Martini, il film in tv racconta la sua vita

Un talento unico quello di Mia Martini che, ad un certo punto della sua carriera, si ritrova a combattere con un mostro invisibile. Negli ambienti musicali e dello spettacolo comincia a circolare una bruttissima infamia “Mimì porta iella”. Tutto nacque in seguito ad un incidente stradale che coinvolse alcuni suoi musicisti dopo un concerto in Sicilia: “fecero un frontale, ci furono dei morti e i giornali iniziarono a pubblicare foto degli spartiti di Mimì insanguinati e a insinuare che non avesse voluto pagare l’hotel”. E’ nata così questa infamia che, anno dopo anno, vide Mimì esclusa e allontanata dal mondo dello star system. La stessa interprete durante un’intervista di allora raccontò: “dopo l’uscita del mio disco dovevo partecipare a Saint Vincent, ma Gianni Ravera non mi ha voluto. Dovevo realizzare uno special televisivo che la RAI mi aveva assegnato, ma il funzionario addetto al programma alla fine me lo ha negato”. Il motivo? E’ la stessa cantante a raccontarlo: “un programmatore radiofonico e televisivo, che sta curando la realizzazione di un programma estivo per la Rete, ha detto chiaramente ai miei discografici che è molto meglio che io stia alla larga dalla sua troupe, perché porto jella. Tante grazie per questo contributo all’intelligenza. Ma ti sembra giustizia? Ormai ho smesso anche di odiarli e di soffocare la mia rabbia e di disperarmi”.

Mia Martini morte: “La mia vita era diventata impossibile”

Le voci infamanti su Mia Martini si fanno sempre più insistenti costringendola a ritirarsi dalle scene. “La mia vita era diventata impossibile” – raccontò Mimì durante un’intervista – “qualsiasi cosa facessi era destinata a non avere alcun riscontro e tutte le porte mi si chiudevano in faccia”. Sono anni terribili per l’interprete di “Minuetto” che raccontava: “c’era gente che aveva paura di me, che per esempio rifiutava di partecipare a manifestazioni nelle quali avrei dovuto esserci anch’io. Mi ricordo che un manager mi scongiurò di non partecipare a un festival, perché con me nessuna casa discografica avrebbe mandato i propri artisti. Eravamo ormai arrivati all’assurdo, per cui decisi di ritirarmi”. Una maldicenza che l’ha fatta soffrire e le ha rovinato la vita, anche se Mimì tornò più forte di prima nel 1989 a Sanremo con “Almeno tu nell’universo” dimostrando ancora una volta di essere la migliore. Seguirono diversi tour, album, nuove partecipazioni a Sanremo con “La nevicata del ’56”, “Gli uomini non cambiano” e il duetto con la sorella Loredana Bertè in “Stiamo come stiamo” fino alla tragica morte il 12 maggio del1 995. 25 anni senza Mia Martini, ma mai senza la sua voce.





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