Microsoft sceglie di non supportare più Twitter per le sue campagne sulle varie piattaforme: stop all'advertising. Non è la prima azienda ad allontanarsi
Il 19 aprile scorso, Elon Musk ha pubblicato un tweet in seguito alla decisione comunicata poco prima da Microsoft ai clienti che utilizzano la sua piattaforma pubblicitaria Microsoft advertising, ossia quella di non supportare più Twitter per le sue campagne sulle varie piattaforme. Dunque, dal 25 aprile, per i creator non sarà più possibile accedere al proprio account Twitter dal gestionale Microsoft che dà accesso ai vari account social. Impossibile, dunque, per chi crea campagne, gestire i contenuti da pubblicare su Twitter, dunque pianificare la creazione di un tweet o misurarne le varie metriche.
Microsoft non ha giustificato pubblicamente la sua decisione ma è chiaro che sia correlata alla strategia di Twitter, annunciata all’inizio di febbraio, di far pagare l’uso della sua interfaccia di programmazione: si tratta di una funzione per “collegare” un servizio ad un altro, per poter scambiare dati e funzionalità. Dall’arrivo di Elon Musk, Twitter ha cambiato strategia, cercando in tutti i modi di monetizzare i servizi della sua applicazione.
I dissidi tra Elon Musk e Microsoft
Non solo Microsoft: anche altre aziende hanno annunciato l’intenzione di allontanarsi da Twitter, scollegando il proprio servizio da quello del social network. Anche Intercom, una delle più grandi aziende americane nel campo del servizio clienti, ha rinunciato al social con l’uccellino. “Le nuove API di Twitter richiederebbero ulteriore lavoro di sviluppo e costi per noi e per i nostri clienti”, ha spiegato Intercom. Da quando Musk ha comprato il social, ha dovuto fare i conti con una fuga dei suoi inserzionisti. In Francia, gli investimenti pubblicitari sul social network sono diminuiti dell’80% da gennaio, come sottolinea Le Figaro, mentre a livello globale, la rete ha perso 37 dei suoi principali inserzionisti dall’acquisizione da parte di Musk secondo Sensor Tower.
Per “vendicarsi”, Musk ha deciso di minacciare azioni legali, in riferimento ai dati utilizzati per addestrare ChatGPT e altri modelli di intelligenza artificiale di Open AI, di cui Microsoft è partner esclusivo. Le tensioni tra Elon Musk e il Open AI-Microsoft hanno vecchie radici: infatti è stato l’imprenditore a co-fondare Open AI con Sam Altman come modello senza scopo di lucro. Il progetto è stato lasciato nel 2018 e l’anno dopo Microsoft ha investito 1 miliardo di dollari nella società, portandola a “profitto limitato”.
