Migranti, decreto Piantedosi funziona: dimezzati sbarchi Ong/ A gennaio 442 (da 922)

- Silvana Palazzo

Migranti, la ricetta Piantedosi funziona: con il suo decreto sono stati più che dimezzati gli sbarchi delle Ong. Infatti, a gennaio sono stati 442 rispetto a 922 dell’anno scorso

Piantedosi, Interni Matteo Piantedosi, Ministro dell'Interno (LaPresse, 2023)

Il decreto voluto dal ministro dell’Interno Matteo Piantedosi funziona. Sono più che dimezzati gli sbarchi di migranti dalle navi Ong. I numeri parlano chiaro e sono forniti dal Viminale: a gennaio 2022 erano sbarcati 922 migranti in Italia, quest’anno invece 442. Il cambio di rotta è evidente, anche se il numero totale degli arrivi clandestini è cresciuto rispetto ad un anno fa, passando da 2.250 a 4.452. Un dato oggettivo, sul quale pesa – secondo quanto riportato da Libero – anche la stretta imposta negli ultimi mesi dalla Spagna e dalla Grecia.

Alla nuova strategia di Piantedosi si affianca poi il lavoro della premier Giorgia Meloni. Infatti, le missioni in Algeria e in Libia servono anche a diminuire le partenze di barchini e gommoni. Il ministro, che aveva preannunciato multe, sequestri e confische nei casi più gravi di violazioni da parte delle navi Ong, ha lanciato un messaggio chiaro; infatti, delle 17 navi più attive delle Ong sono solo due al momento quelle che stanno sfidando apertamente il nuovo governo: Geo Barents, che batte bandiera norvegese ed è di Medici senza frontiere, e Ocean Viking, stessa bandiera ma gestita da Sos Mediterranée.

MIGRANTI, CAMBIO DI ROTTA CON PIANTEDOSI

Il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, per alleggerire le strutture del Sud, ha cominciato a smistare le navi delle Ong anche nei porti del Nord. Quindi, Ocean Viking domenica arriverà a Marina di Carrara, mentre Geo Barents oggi a La Spezia. Le Ong dal canto loro protestano perché vorrebbero scegliere anche loro la destinazione finale, la Sicilia, per fare agevolmente la spola con Libia e Tunisia come accadeva prima. Le altre Ong, tranne la tedesca Sea Watch, sono ferme in porto. A pesare, oltre alle nuove regole italiane, anche il costo del carburante, visto che sbarcare in Sicilia è più comodo che andare in Liguria, Toscana o Emilia-Romagna. Visto che i soldi scarseggiano, le navi umanitarie si fermano. «Questo governo ha sfondato un muro: prima l’Europa si chiamava fuori dai soccorsi in mare, parlava solo di accoglienza. Adesso affronta il problema nella sua totalità e inizia a parlare il nostro linguaggio, responsabilizzando le nazioni a cui appartengono le navi. Il commissario Ue von der Leyen ha parlato anche di rimpatri più veloci, e il Consiglio europeo del 9 e 10 febbraio sarà centrale», dichiara Nicola Molteni, sottosegretario leghista all’Interno, a Libero.







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