Rispondendo a un dubbio di legittimità posto dal Tribunale di Bologna – ci torneremo tra un attimo – la Corte di giustizia UE ha definito che i migranti con figli minori che raggiungono illegalmente il suolo di un Paese europeo (in questo caso, l’Italia) non possono essere accusati di favoreggiamento all’immigrazione clandestina: una sentenza importante, perché – oltre, potenzialmente, ad evitare 15 anni di carcere per la donna giudicata dal tribunale bolognese – si unisce anche a un’altra simile pronunciata dalla Corte costituzionale; il tutto con la conseguenza che, certamente, la legge italiana sul favoreggiamento per i migranti con figli minori dovrà essere riscritta e aggiornata.
Per comprendere meglio la – di per sé piuttosto semplice – vicenda sull’ipotesi di favoreggiamento contro i migranti con figli minori, è bene partire dal caso in esame alla Corte UE: tutto sarebbe iniziato nell’agosto del 2019, quando una donna senegalese venne arrestata nel Bolognese dopo il suo arrivo in Italia assieme alla figlia di 8 anni e alla nipote di 13, che le era stata affidata dopo la morte della madre, perché presentò un passaporto falso; il tutto con l’accusa, appunto, di favoreggiamento all’immigrazione illegale e l’aggravante dell’uso di documenti contraffatti, per un totale di pena pari a 15 anni di reclusione.
La Corte UE sui migranti con figli minori: “Non possono essere accusati di favoreggiamento all’immigrazione illegale”
I legali della donna accusata di favoreggiamento sollevarono una questione di illegittimità costituzionale davanti alla Suprema Corte, che nel marzo del 2022 si limitò a chiedere l’annullamento delle aggravanti per la donna senegalese, senza esprimersi sul tema dei migranti con figli minori; mentre, in un secondo momento – dopo il rinvio pregiudiziale da parte del tribunale – il caso è arrivato fino alla Corte UE, che in questi giorni ha infine dato ragione alla donna e ai suoi legali.
Nel merito, secondo la Corte, i migranti con figli minori che arrivano irregolarmente sul suolo europeo non possono “essere sanzionati per favoreggiamento dell’ingresso illegale” solamente per la presenza con loro di minorenni: un principio che, ad avviso dei giudici europei, si applica soprattutto quando i minori in questione sono legalmente affidati all’adulto che li accompagna (genitore o tutore che sia), dato che in questo caso il migrante starebbe solamente esercitando i suoi doveri parentali; mentre resta anche fermo che, secondo la Corte UE, nessun Paese può legiferare sul tema del favoreggiamento estendendolo – come fatto dall’Italia – anche a casistiche che non sono normate dalla stessa UE.