Nella giornata di ieri la Corte d’appello di Londra ha dichiarato inammissibile e illegale il piano Ruanda promosso dal governo inglese per gestire i migranti. Concretamente, l’idea del piano era quella di deportare, forzatamente, una quota non meglio definita dei richiedenti asilo che arrivano nel Regno Unito tramite le rotte illegali della Manica, trasferendoli appunto nello stato dell’Africa centrale dove sarebbero stati, poi, gestiti.
Lo stop al piano per la gestione dei migranti, inoltre, aveva seguito anche gli appelli preoccupati della Corte Europea dei Diritti dell’Uomo (CEDU), che tramite l’applicazione della “Rule 39” aveva bloccato il primo volo inaugurale dei richiedenti asilo verso il Ruanda. Già ieri il premier inglese Rishi Sunak aveva commentato la decisione della Corte promettendo di fare ricorso, impugnando la sentenza, mentre il Ministro degli Interni Suella Braverman, durante un dibattito nella Camera dei Comuni aveva giudicato le azioni di Strasburgo “opache, irregolari e ingiuste quando si tratta della volontà del popolo britannico”. Nella giornata di oggi, infine, si è tenuto l’ultimo (per ora) atto contro lo stop alla legge inglese sui migranti, con numerosi ministri e deputati che hanno chiesto al Regno Unito di ritirarsi dagli accordi della Corte Europea dei Diritti dell’Uomo e, se fosse necessario, anche dalla “Convenzione dei rifugiati”.
I ministri Uk: “Ritiriamoci dalla CEDU”
Il primo a lanciare l’appello, in seguito allo stop della legge sui migranti, per ritirarsi dalla CEDU è arrivato dal deputato conservatore Danny Kruger che ritiene “la sentenza sul Ruanda molto deludente. In seguito alla decisione di questa settimana di abbandonare il previsto Bill of Rights, il governo dovrebbe cercare di rinegoziare la CEDU con i nostri alleati o, in caso contrario, ritirarsi unilateralmente e sostituirla con un nuovo quadro per i diritti umani”.
Dello stesso avviso anche Edward Leigh, deputato Tory, che ha sottolineato come “ogni anno produciamo un disegno di legge sui migranti e ogni anno veniamo messi alle strette dagli avvocati dei diritti umani. Quello che diciamo da due anni è che la Convenzione sui rifugiati è stata fatta per un mondo diverso, così come la Convenzione sui diritti umani”. Invece, secondo il deputato Simon Clarke, “dobbiamo essere in grado di affrontare il terribile traffico di persone attraverso la Manica [e] se la CEDU continua a impedirlo, dobbiamo rivedere la questione della nostra adesione”. Nessuna decisione presa per ora, ma è possibile che se la CEDU non facesse un passo indietro sui migranti e sul piano Ruanda, si aprirà una vasta discussione che porterà a situazioni analoghe alla Brexit.