Recentemente è avvenuta una grande migrazione sanitaria tra le Regioni di Italia, una suddivisione da Sud a Nord che è costata ben cinque miliardi di euro. Una cifra impattante, importante e significativa, che però sarebbe “dovuta” per via del divario di performance tra ciascuna Regione italiana.
Le Regioni del Sud Italia performano meno di quelle del Nord, a registrare i dati peggiori sono la Sicilia, la Campania, la Puglia, il Lazio, la Calabria e l’Abruzzo. Mentre a far meglio sono la Lombardia, il Veneto e l’Emilia Romagna.
La migrazione sanitaria in Italia: quanto vale?
La migrazione sanitaria in Italia avviene non in base alle scelte dei cittadini del Paese, bensì in proporzione ai servizi sanitari offerti dalle singole Regioni. Lo studio è giunto dalla Fondazione Gimbe, il cui presidente Nino Cartabellotta conferma quanti pazienti si spostano periodicamente dal Sud al Nord per cure migliori.
Sul podio c’è la sanità lombarda, con il quasi 23% di “mobilità attiva”. Seguono le regioni del Nord quali Emilia Romagna con il 17% e il Veneto con quasi l’11%. Il resto dei dati registrano le cattive performance dei centri sanitari del Meridione, posizionandosi agli ultimi posti la Sicilia, la Calabria e la Puglia.
Divari economici tra Nord e Sud Italia
Secondo la Fondazione Gimbe il divario economico e dei servizi sanitari offerti tra Nord e Sud Italia è evidente. Nel report i saldi contabili in positivo provengono soltanto dalle Regioni del settentrione, superando i 100 milioni di euro in positivo, contrariamente ai -100 milioni dei territori del Meridione.
Il maggior saldo – anche in questo caso – è guidato dalla Lombardia, che registra uno strepitoso +624 milioni di euro, mentre al secondo posto l’Emilia Romagna con +525 milioni e il Veneto al terzo posto con quasi 200 milioni di euro.
Nelle Regioni del Sud il saldo negativo più basso è registrato dall’Abruzzo, con -104 milioni di euro, mentre il dato più preoccupante proviene dalla Calabria e dalla Campania, rispettivamente -304 e -308 milioni di euro.