TRASPORTI/ Beretta (Bilancio): Tremonti taglia, ma non aumenteremo il prezzo dei biglietti
GIACOMO BERETTA, assessore al Bilancio del Comune di Milano, spiega quanto incideranno i tagli della manovra sul trasporto pubblico e sui servizi ai cittadini
La manovra del governo e i tagli ai trasporti che interessano la Regione Lombardia e il comune di Milano hanno sollevato qualche apprensione tra i cittadini, confusi dalle voci di un aumento dei prezzi e quelle di una riduzione del servizio. «I milanesi possono stare tranquilli – dice nell’intervista a IlSussidiario.net Giacomo Beretta, assessore al Bilancio del Comune di Milano -, le tariffe non verranno toccate e il trasporto pubblico cittadino non verrà ridimensionato. Rimedieremo ai tagli razionalizzando l’azienda municipalizzata Atm e rinviando nel tempo gli investimenti».
Il taglio andrà quindi a ridurre uno “spreco” senza incidere negativamente sui cittadini?
Siamo consapevoli che quando c’è una crisi non bisogna piangere, ma cercare di capire cos’è possibile fare. Stiamo lavorando assieme ad Atm, grazie ai dati a nostra disposizione, per ripensare all’organizzazione del trasporto, alle tratte e alle frequenze. Vogliamo inoltre ridurre i mezzi che attraversano la città e incrementare i “bus di quartiere” che la servono zona per zona.
La trattativa con il governo è comunque ancora in corso?
Intanto bisogna dire che il maxiemendamento collegato alla finanziaria dovrebbe diminuire il volume dei tagli e restituire pienamente ai Comuni un importo pari all’Ici sulla prima casa. Detto questo, il discorso che abbiamo portato avanti come Anci è stato diverso da quello delle regioni. Abbiamo accettato la manovra perché chiede di rispettare dei parametri europei di finanza pubblica, proponendo però di introdurre criteri innovativi, anticipando il federalismo.
Può fare un esempio?
Se troviamo dei criteri oggettivi è possibile pensare a un approccio più intelligente di quello dei tagli lineari. I comuni che dimostrano un’alta capacità di riscossione dei tributi, ad esempio, devono essere premiati con minori tagli in modo da obbligare i comuni a bassa capacità di riscossione a farsi dare il dovuto dai propri cittadini. Lo stesso discorso vale per l’incidenza del costo del personale sul bilancio comunale. Anche se questo crea competizione tra i comuni è poi giusto che le risorse rimangano sul territorio, con un fondo di solidarietà che rimedi agli inevitabili squilibri.
Queste richieste sono state accettate?
In buona parte sì, ma ci aspettiamo ancora qualche passo in avanti da parte del governo. Sul rapporto dirigenti/dipendenti, infatti, servirebbe più chiarezza da parte del ministro Brunetta, soprattutto se si mettono a confronto ministeri e comuni.
Tornando al trasporto milanese, se prezzi e qualità del servizio rimarranno immutate, la città non rischia di rimanere ferma davanti all’appuntamento dell’Expo che chiede certamente uno sviluppo?
No, ci sono progetti importanti che sono già stati finanziati, come ad esempio le due nuove linee metropolitane M4, M5. Per migliorare il servizio ai cittadini non bisogna poi aumentare i mezzi in maniera indiscriminata, ma occorre tener conto del traffico. Ecco perché vogliamo aumentare le corsie preferenziali per i mezzi pubblici. Nel tratto della linea 90-91, ad esempio, la corsia preferenziale da Piazzale Brescia a Piazza Napoli ha permesso una frequenza maggiore con lo stesso numero di mezzi.
Il potenziamento del trasposto sottosuolo porterà poi alla riduzione del traffico cittadino, come si è visto con il prolungamento della linea gialla fino a San Donato e la conseguente riduzione del numero di ingressi dalla zona sud. C’è poi un intervento da fare sulle vasche scolmatori per far defluire l’acqua ed evitare che la città si paralizzi quando piove.
Al di là del traffico, i tagli della manovra su cosa incideranno maggiormente?
Guardi, in un bilancio ci sono spese incomprimibili che non siamo autorizzati a toccare e servizi complementari su cui dovremo intervenire. Questo significa che dovremo ridurre il nostro sostegno alle manifestazione culturali o alla settimana della moda, anche se continuiamo a ritenerle assolutamente indispensabili per la vita della città.
(Carlo Melato)
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