«Nasce tutto da un’idea di mio padre, l’Ingegner Giuseppe Volpe, da cui proviene anche il nome IGV, che era ispettore e collaudatore di ascensori. Negli anni Sessanta nasce l’idea di progettare e realizzare componenti per ascensori, grazie anche al boom economico e al lavoro che si poteva trovare soprattutto nell’edilizia, settore a cui l’ascensore è fortemente legato». Nasce così, nel 1966, l’azienda IGV, portata oggi avanti a Milano dal figlio Matteo, intervistato da IlSussidiario.net.
«Da quel momento il business si è sviluppato, fino ad arrivare alla costruzione dell’intero ascensore, fornendo ai piccoli e medi installatori locali un kit predefinito con tutti i pezzi da montare in cantiere».
Quali altri prodotti proponete oggi?
Un prodotto che ora ricopre quasi il 50% del fatturato è un piccolo elevatore che si chiama DomusLift, destinato a case, negozi e ville, a consumo molto ridotto, tanto che funziona con la normale rete elettrica a 220 volts, come un elettrodomestico. Pensato e lanciato nel 1998, nasce con l’obiettivo di abbattere le barriere architettoniche, per facilitare l’ingresso ai disabili in qualunque tipo di edificio. Con il tempo, abbiamo però scoperto che è molto richiesto anche da chi semplicemente desidera una maggiore comodità per esempio all’interno dei negozi o in piccoli alberghi.
La vostra clientela è formata principalmente da privati?
Sì, che ci chiedono di poter inserire in spazi ridotti un piccolo ascensore, facilmente installabile senza dover scavare la fossa di emergenza che per quelli tradizionali deve essere di un metro e mezzo. A noi bastano pochi centimetri, infatti ci chiedono spesso questi prodotti per edifici antichi con precisi vincoli strutturali.
So che avete fornito ascensori anche a personaggi molto importanti…
Tra i vari clienti abbiamo avuto anche delle celebrità, calciatori come Beckham, Zanetti e Inzaghi fino a personaggi di altro spessore come Nelson Mandela.
Nelson Mandela? Può raccontarci questa storia?
Vendiamo i nostri prodotti in tutto il mondo e il 60% del fatturato lo facciamo all’estero, attraverso distributori locali. Lo staff di Mandela aveva prima chiesto un piccolo elevatore a una multinazionale, che però produceva solo ascensori tradizionali, così sono arrivati a noi che con un grande sforzo abbiamo accelerato i tempi di produzione e spedito via aerea in brevissimo tempo. Mandela era a Città del Capo e voleva tornare a Johannesburg, la sua città natale, però doveva prima risistemare la casa e, non essendo più un giovanotto, aveva bisogno di questo strumento per spostarsi senza problemi al piano superiore.
Immagino invece che Beckham volesse un ascensore privato in casa…
Sì, il calciatore ha chiesto per la sua splendida casa un ascensore che arriva fino al seminterrato dove c’è una piscina interna coperta. Avevamo anche chiesto di poter fotografare il risultato finale, ma per questioni di privacy non ce l’hanno concesso.
Quindi i vostri prodotti, oltre ad essere utili, si possono considerare anche di design e lusso?
Oggetti di lusso, ma soprattutto personalizzabili, infatti abbiamo pochissima produzione standard, perché pensiamo che un ascensore, che è destinato a una abitazione, debba adattarsi perfettamente all’ambiente e ai gusti del cliente, che non deve accontentarsi di una cosa già pronta. Per esempio, abbiamo nel catalogo circa otto diversi tipi di parquet, perché molto spesso ci chiedono che il pavimento del’ascensore riprenda quello della casa.
Quanto tempo ci vuole per costruire e installare un ascensore?
I tempi di produzione vanno dalle tre settimane per il modello semplice, fino alle sei del modello più elaborato. Poi circa una settimana per l’installazione, quindi se un cliente ha fretta, in due mesi al massimo riusciamo a fare tutto.
Come avete festeggiato i 45 anni di attività?
Abbiamo indetto un concorso per gli studenti dell’Accademia di Belle Arti di Brera, che hanno proposto dei progetti per delle nuove cabine. Le proposte dovevano innanzitutto essere realizzabili, tenendo conto di tutte le regolee normative europee per la sicurezza che questo prodotto deve seguire. Le prime tre sono state premiate nel corso di una manifestazione, e devo dire che sono venuti fuori veramente dei bellissimi lavori.
(Claudio Perlini)