La Guardia di Finanza ha da poco eseguito un ordine di custodia cautelare ai domiciliari nei confronti di Giuseppe Biesuz, amministratore delegato di Trenord. Le accuse riguardano un’ipotesi di bancarotta della società Urban Screen, di cui Biesuz è stato amministratore delegato fino al 2008, quindi non legate in alcun modo alla società di trasporto pubblico ferroviario, peraltro attualmente nella bufera dopo i numerosi ritardi e disagi registrati nella giornata di ieri a causa del malfunzionamento del software che gestisce i turni del personale, le fasce e gli orari da coprire. Proprio per questo motivo Biesuz doveva parlare in conferenza stampa, convocata per fare il punto dopo la difficile giornata per quasi 700 mila pendolari dell’hinterland milanese, ma è stato condotto ai domiciliari pochi minuti prima che cominciasse. Le accuse mosse a Biesuz riguardano un’ipotesi di bancarotta della società Urban Screen e, come aveva fatto sapere qualche giorno fa Luca Giuliante, uno dei legali di Biesuz, “si tratta di una vicenda del 2009 rispetto a cui abbiamo deciso di affrontare un processo per fatture per operazioni inesistenti. Eravamo perfettamente consapevoli, come naturalmente avviene, che una volta dichiarato il fallimento della società evolvesse l’ipotesi di bancarotta”. Qualche ora fa, dopo il malfunzionamento del sistema informatico Trenord che ieri ha portato a ritardi e cancellazioni di molte corse, il consigliere regionale del Pd, Stefano Tosi, aveva dichiarato: “I pesanti ritardi e le numerose soppressioni dei treni non possono essere giustificati da un problema al sistema informatico. Questa volta non basta. Ricordiamo che si sono registrati ritardi tra i 40 e 50 minuti su un ordine di percorrenza pari a 80 chilometri. L’amministratore delegato di Trenord, Giuseppe Biesuz, deve rendere conto nel dettaglio di quel che è accaduto e dare spiegazioni plausibili. Altrimenti non gli resta che fare un passo indietro”. Da quanto sta emergendo in queste ore, sembra che Biesuz sia accusato in concorso con Filippo Montesi Righetti, in passato presidente del consiglio di amministrazione della stessa società dichiarata fallita dal tribunale di Milano nel maggio del 2011.
I presunti episodi di false fatturazioni riguarderebbero il 2009, quindi due anni prima del fallimento avvenuto nel 2011. L’inchiesta per bancarotta è condotta dalla procura di Milano mentre le indagini sono coordinate dal pm Sergio Spadaro.