Ha detto di no alla richiesta di Silvio Berlusconi di non candidarsi alla presidenza della Lombardia e Mantovani, coordinatore regionale del Pdl, lo ha definito una scheggia impazzita. E’ Gabriele Albertini a rendersi protagonista di un nuovo strappo nel centro destra anche se a livello regionale. il Pdl infatti, come dicono i suoi responsabili, in Lombardia appoggia Maroni, segretario della Lega Nord. Albertini, che in un primo momento era stato il candidato unico del centro destra al Pirellone, però non lascia anzi rilancia. Tutto questo rinunciando, come ha detto lui stesso, alla “generosa” offerta di Berlusconi di candidarlo al Senato come capolista della Lombardia. Come detto, immediata è stata la replica del coordinatore lombardo del Pdl: “Quella di Albertini è una candidatura del tutto personale, ha rifiutato anche l’appoggio del Pdl: noi siamo pronti ad andare avanti sulla nostra strada sosterremo non appena risolte le questioni formali”. Ha poi aggiunto che Albertini è solo un Miccichè lombardo che lavora per far vincere la sinistra: non possiamo correre dietro a schegge impazzite, ha detto. Lo strappo si è consumato al Circolo della stampa di Milano dove Albertini ha presentato Movimento Lombardia Civica la lista che lo sosterrà nella sua candidatura. In tale occasione l’ex sindaco di Milano ha letto pubblicamente la lettera inviata a Berlusconi in cui rifiuta la sua proposta, lettera che fa seguito a una telefonata con lo stesso Cavaliere a cui era presente anche Alfano che Albertini definisce cordialissima. Dice di non condividere che il partito da lui fondato si allontani da una linea popolare ed europeista per allearsi con la Lega Nord, un movimento che, dice ancora, ha connotati demagogici e programmi populisti e anti europei. Parole chiare quelle di Albertini: “Non è velleitario pensare di unire tutti i moderati (difficile immaginare la moderazione della Lega e di Nichi Vendola) e puntare a vincere” ha aggiunto. I giornalisti presenti in sala gli hanno chiesto se adesso straccerà davvero la tessera del Pdl (Albertini è europarlamentare del partito) come aveva detto tempo fa, al che lui ha risposto che invece di stracciarla la lascerà scadere senza rinnovarla. Ma ha ancora la speranza, ha spiegato, seppure pallidissima, che il Pdl si trasformi veramente nel Ppe.
Albertini ha anche azzardato delle percentuali di voto in Lombardia: la sua lista, ha detto, parte dal 25% e ha una buona possiiblità di battere quella del centro sinsitra che adesso ha maggiori preferenze. Maroni invece sarebbe terzo e già fuori dai giochi.