In attesa dello spoglio delle schede per le elezioni regionali 2013 in Lombardia, possiamo vedere come andò a finire nelle precedenti consultazioni: chi è stato eletto Presidente e quanti consiglieri sono stati assegnati ai singoli partiti nel 2010. All’epoca Roberto Formigoni, dopo quindici anni di presidenza, si presenta per la quarta volta consecutiva come candidato al Pirellone per il centrodestra. Il centrosinistra, conoscendo bene le estese possibilità di vittoria del Celeste, punta tutto su colui che in Lombardia sembra avere una certa posizione di rilievo: si tratta di Filippo Penati, al tempo ovviamente ancora non travolto da tutti gli scandali che successivamente faranno prendere alla sua carriera politica ben altra strada. Penati era già stato sindaco di Sesto San Giovanni e presidente della Provincia di Milano, per questo, agli occhi di molti, sembra davvero la persona giusta per far uscire una volta per tutte Formigoni dal Pirellone. L’Udc, staccatosi dal centrodestra dopo la nascita del Popolo della Libertà, presenta un suo candidato, Savino Pezzotta, e per la prima volta ecco correre anche Vito Claudio Crimi, un candidato del Movimento 5 Stelle di Beppe Grillo.
La tornata delle elezioni regionali si è tenuta il 28-29 marzo 2010 e l’affluenza è stata pari al 64,6%, contro il 73% del 2005. Formigoni vince al primo turno con il 56,1% dei consensi, per un totale di 2 milioni e 704.057 preferenze, contro il 33,3% di Penati, pari a 1 milione e 603.674 voti. Pezzotta ottiene il 4,7% (225.849 voti), portando a casa tre consiglieri. Non conquistano invece consiglieri Crimi del Movimento 5 Stelle, fermo al 3% (144.588 voti), Vittorio Agnoletto della Federazione della sinistra, al 2,36% (113.749), e Gianmario Invernizzi di Forza Nuova, allo 0,57% (27.670). Il centrodestra di Formigoni totalizza 49 seggi, di cui 8 per il listino bloccato del presidente. Il Pdl in particolare, con il 31,8% dei voti, ottiene 23 consiglieri, e la Lega nord raggiunge un più che lusinghiero il 26,2% (18 seggi). La Destra, con lo 0,16% dei voti, resta invece a bocca asciutta. Il centrosinistra si ferma a 28 consiglieri, tra cui lo stesso Penati. Il Pd arriva al 22,9% dei voti (21 deputati regionali), l’Italia dei Valori al 6,3% (4), il Partito dei pensionati all’1,6% (1) e Sinistra ecologia e libertà all’1,38% (1). Non ottengono consiglieri i Verdi, allo 0,82%, e il Partito socialista italiano, allo 0,3%.
Formigoni è dato fin da subito come ampiamente favorito, ma a movimentare la campagna elettorale arriva la decisione della Corte d’appello di Milano che esclude il listino del candidato presidente del centrodestra. Il motivo è che le firme depositate sarebbero inferiori a quelle previste dalla legge elettorale, in quanto 514 sono giudicate irregolari e quindi quelle valide sono 3.421 anziché 3.500. La Corte d’appello respinge anche il ricorso della lista, confermandone l’esclusione dalla competizione elettorale. Alla fine però il Tar e il Consiglio di Stato riammettono Formigoni alle elezioni. I
quasi 18 anni di Formigoni al Pirellone sono stati bruscamente interrotti dai numerosi scandali che lo hanno visto coinvolto in prima persona, dopo quelli di Pdl e Lega Nord. Nelle elezioni 2013 sia il centrosinistra che la Lega tentano il colpaccio: da una parte, dopo l’elezione di Pisapia a sindaco di Milano, si cerca di far salire al Pirellone Umberto Ambrosoli, avvocato. Dall’altra, invece, Roberto Maroni, vincendo anche in Lombardia, andrebbe a creare un Nord Italia caratterizzato dalla forte presenza del partito di via Bellerio che già governa in Piemonte e Veneto. Il “terzo incomodo” è invece Gabriele Albertini, candidato di Scelta Civica con Mario Monti.