Se fossero state riconosciute come tali, le 723 firme che oggi il tribunale di Milano ha dichiarato false, non avrebbero permesso la presentazione della Lista Formigoni alle elezioni regionali del 2010 che poi videro la vittoria proprio dell’ex governatore lombardo. Un caso che si è trascinato per tre lunghi anni, promosso dalla denuncia del Partito radicale che oggi si vede riconosciuto il pagamento delle spese processuali e cioè 15mila euro nei confronti di Marco Cappato e Lorenzo Lipparini nonché la fondatezza della propria tesi. I due radicali venuti a conoscenza della sentenza hanno rilasciato una dichiarazione nella quale sostengono che adesso Roberto Formigoni, che ai tempi della denuncia avrebbe dovuto abbandonare il suo ruolo per via delle firme false depositate è invece senatore e gode dunque dei benefici del caso oltre ad aver continuato a governare la regione. Aggiungono di augurarsi che gli attuali consiglieri regionali lombardi aprano una inchiesta per sapere se gli avvocati di Formigoni siano stati pagati con i soldi pubblici, ovvero dei contribuenti. Anche gli avvocati dei due esponenti del partito radicale sottolineano come la sentenza giunga ormai fuori tempo massimo: quel consiglio regionale, dicono, è stato eletto in modo abusivo ma adesso è stato sostituito da nuove elezioni. Al momento non si registra ancora un commento da parte dell’ex governatore Formigoni.