Caro direttore,
fino a che punto ci siamo lasciati invadere la mente e il cuore dalla barbarie del potere, per cui anche circostanze semplici nell’evidenza del loro significato devono diventare occasione di propaganda, di attacco al nemico politico (perché è nemico e non avversario)? Anche in persone di buone intenzioni, ma «di buone intenzioni è lastricata la via dell’inferno» (Marx) e si arriva ad «accettare l’inferno e diventarne parte fino al punto di non vederlo più» (Calvino).
Mi riferisco, come esempio, all’articolo pubblicato venerdì 17 su queste pagine relativo agli assassinii di Niguarda e alla collegata manifestazione.
In qualunque periferia di metropoli, pure in America (che per molti è il giardino del re dove crescerebbe anche l’erba voglio), succede che «un uomo di giorno [all’alba] cammini per 1 chilometro per 1 ora con un piccone in mano senza incontrare una pattuglia della forza dell’ordine», se non per caso fortuito: però l’articolo denuncia che accada a Milano, dove la polizia deve razionare la benzina per i tagli alle spese.
Non si stupisce, invece, che nessuna telefonata di segnalazione sia stata fatta prima dell’omicidio delle 6.28. Secondo quanto riferito dai media, il primo episodio di violenza avviene alle 2.30 ai danni di una ragazza 24enne; poi, alle 3 un pugno a un uomo di 40 anni; verso le 4 e le 5.15 due uomini colpiti con la spranga; alle 5.30 circa un 23enne con un braccio rotto si presenta al pronto soccorso (!). Solo poi il folle si armerà di piccone e ucciderà tre persone. Anzi, lo stupore è che «il Sindaco […] si è soffermato sul ritardo nel chiamare le forze dell’ordine».
In questo vicenda cosa c’entra tirare in ballo – anche se vero – che «il problema della sicurezza deve essere una priorità», che «da questi due anni di mandato della giunta Pisapia invece emerge chiaramente che le priorità sono altre»? E «una richiesta, sottoscritta da più di 350 persone, di svolgere un consiglio di zona 9 straordinario sulla sicurezza»? Quale forza dell’ordine potrà mai proteggere da un raptus folle, sembra, neppure premeditato? Come conseguenza, può stupire se a qualcuno, non solo dell’altra parte, venga in mente il termine sciacalli?
E’ un termine forte, certo, ma fa parte del degrado che si è instaurato dentro di noi (altro che colpa degli immigrati e dei comunisti e di certa magistratura). Per spiegarmi tre esempi semplici ma ancora di evidenza scontata. Che Paese è quello che, da sempre culla di cultura, oggi non si dà una mossa ritrovandosi di molto sotto la media europea nella valutazione dei sistemi scolastici? Che nel 2010, in piena grave crisi economica, è il quarto paese al mondo per cellulari pro capite (1,61, il doppio degli Usa) e che nel 2008, prima della crisi, ha i commercianti che denunciano un reddito lordo medio di 19.785 euro?
Il nostro Arcivescovo, nell’ultima intervista prima di lasciare Venezia, parlando della moralità dell’impegno sociale e politico dei cattolici, fece un esempio: «se uno compra un’Alfa invece di una Punto, non per questo è automaticamente fuori della comunione ecclesiale [cioè scomunicato (!)], ma è necessario chiedergliene le ragioni». Il Papa ha iniziato il ministero ricordando che «il vero potere è il servizio».
(Daniele Scrignaro)