Un gruppo di studenti che occupava i locali dell’ex libreria Cuem alla Statale di Milano è stato allontanato dalle forze dell’ordine su richiesta del rettore. Durante lo sgombero si sono verificati alcuni incidenti tra agenti e studenti. Di seguito pubblichiamo la lettera di uno studente di lettere, presente al momento degli scontri, che commenta l’accaduto.
Caro Direttore,
“se mala cupidigia altro vi grida, uomini siate e non pecore matte…”. È da questo breve spunto tratto dalla Commedia che commento gli episodi accaduti ieri alla Statale di Milano; Dante mi è compagno anche in questa occasione (e poi dicono che non è contemporaneo!).
Parlo da incondita matricola, impaurita e amareggiata perché le violenze accadute ieri non fanno altro che suscitare questi sentimenti in me.
Giudico tutto ciò una provocazione, nel vero senso etimologico del termine, perché davanti a tutto ciò non solo i poliziotti, non solo i protestanti ma io sono stato “chiamato fuori”, sfidato; perché alla fine, in forme decisamente diverse, il loro grido è simile al mio (recita bene un inciso latino” homo sum, humani nihil a me alienum puto” “sono un uomo, nulla che sia umano mi è estraneo) ed esprime una volontà di esserci, di non farsi passare le circostanze davanti. Il tutto accaduto nel luogo che in questi ultimi mesi mi è divenuto così familiare. Scrivo per protestare anche io perché il luogo della mia vocazione per la vita (vorrei insegnare lettere) ieri è stato deturpato. Un grido ieri si alzava tra la folla: ” l’università è di tutti!” , ne siamo sicuri?
Lorenzo