L’arcivescovo di Milano è intervenuto dopo le polemiche riguardanti l’indagine della diocesi milanese sulle scuole dove si tratterebbero argomenti legati all’omosessualità. Come si ricorda, l’ufficio scolastico della diocesi aveva chiesto agli insegnanti di religione di segnalare in quali scuole milanesi accadesse ciò, poi la richiesta era stata ritirata in seguito alle polemiche. La Chiesa è stata lenta sulla questione omosessuale, ha detto Scola, e ci scusiamo “per l’inappropriatezza del linguaggio usato”, ha detto, ma non c’era nessuna intenzione di procedere con delle schedature. “L’ufficio scolastico ha la giusta preoccupazione di aiutare i 6.000 professori di religione della Diocesi a proporre la nostra visione di problemi come quello dell’educazione sessuale. Sono certo che l’intendimento del collaboratore della Curia che ha scritto la lettera era di raccogliere elementi per proporre la nostra posizione, sempre in modo rispettoso del concordato” ha detto ancora l’arcivescovo. La nostra non è una posizione omofoba, ha spiegato, e non abbiamo intenzione di retrocedere di un millimetro: “noi abbiamo qualcosa da dire circa le conseguenze sociali e la questione dei diritti connessi a questo orientamento sessuale”.