La prima alla Scala 2015 è ovviamente sempre più social: col passare del tempo la moda della tecnologia prende anche una istituzione culturale, storica e sociale dall’Ottocento fino ai giorni nostri. E dunque mai come quest’anno per la prima stagionale che ha visto la Giovanna d’Arco di Giuseppe Verdi, gli hashtag e i trend topic sul web si sono sprecar: al grido di #PrimaScala a scendere sono stati moltissimi i “cancelletti” utilizzati ieri sera per commentare la prima scaligera e il Corriere della Sera ne ha raccolti un po’. Si va da “corazzato” per via delle forti misure di sicurezza, a “mondanità” per la grande occasione dell’alta borghesia milanese in questi esordi del teatro milanese. Ma anche i più stravaganti “presentimadefilati” per individuare vip che non si sono fatti notare (da Alessandro Profumo, Claudio Costamagna e Alberica Brivio Sforza), o ancora “profumo di scala” per via della contemporanea morte di Krizia, la grande regina della moda, che aveva creato un profumo di enorme successo, “Teatro alla Scala”. Più azzeccato di così.
Una grande prima alla Scala di Milano, una grande Giovanna d’Arco di un grande Giuseppe Verdi, una grande prestazione di coro e cantanti e non poteva che mancare anche la grande ospite della serata: un’anima che definire rock è eufemismo puro, Patti Smith ha reso la prima della Scala più insolita che mai. Al bando il pellicciame e la solita borghesia ingioiellata, la grande cantante e personaggio mondiale ha voluto omaggiare l’Italia e la sua cultura anche musicale presenziando all’apertura scaligera di Milano. La vera diva in forma di antidiva, anfibi e stringhe slacciate, un gilè nero e i soliti capelli lunghi biondo/bianchi: la rocker dopo aver pesato il nuovo calendario Pirelli delle donne pensanti e dopo aver cantanti con gli U2 a Parigi contro gli attentati vili del Bataclan, alla Scala si è detta “malata d’opera” e felice di aver imparato quando era piccola alle elementari tutte le arie del Trovatore. Se volete poi vederla nel momento in cui ha incontrato una dei suoi miti, la grande ballerina Carla Fracci, basta cliccare qui. Una regina della musica rock nel tempio dell’opera mondiale: la musica davvero unisce.
Si sa, la prima della Scala riserva sempre grandi sorprese per lo stile e l’eleganza (a volte mancante) del super vip ospiti per l’apertura della stagione scaligera di Milano: con la Giovanna d’Arco di ieri, opera interessante di Giuseppe Verdi che ha riscosso un certo successo nel pubblico, se ne sono viste di ogni dal punto di vista dei vestiti, spesso con grande eleganza dominata dal nero classico e alcuni spunti di follia stilistica, come Sabina Negri, la ex di Roberto Calderoli che mostra qualche “punta” di stravaganza. La bella bionda si è presentata abbronzatissima, super scollata e con tatuaggi simbolici all’avambraccio che denotano una certa qual confusione: croce, mezzaluna araba e stella di Davide, di tutto un po’ in sostanza. Per la bella Sabina l’importante è stupire: ma stavolta non avrà esagerato? Se volete vedere il suo strano e stravagante vestito con annessi tatuaggi, cliccate qui.
Una Prima che ha convinto ieri sera alla Scala di Milano, con la Giovanna d’Arco di Verdi che ha riscosso successo nel pubblico tutto incravattato e impellicciato che come sempre ha sfoggiato, per la prima stagionale, abiti incredibili: è la grande tradizione della cultura e borghesia milanese, la Scala un appuntamento irrinunciabile. Probabilmente sotto i riflettori di tutti perché la moglie del Premier, eppure ieri Donna Agnese ha convinto tutti con la sua eleganza, e con un pizzico di stravaganza osé con i giochi di trasparenze. Agnese Renzi si è presentata accanto al marito (anch’egli impeccabile in frac con papillon) con un abito mono-spalla con manica di pizzo. Una first lady in total black che ha conquistato la platea, rilucendo dal palco reale con tutti i vip che hanno ammirato un ottimo vestito per la “sciura” (siamo pur sempre a Milano, eh) Renzi. Una grande prima con molti vip, forse meno degli altri anni, ma certamente recuperando una certa eleganza (Santanchè permettendo). Clicca qui per vedere l’abito di Donna Agnese.
Pioggia di polemiche online sull’abito di Daniela Santanchè, sfoggiato in occasione della Prima della Scala 2015. Il commento più carino sui social, che oltre ad andare a nozze sulle polemiche non trascura il look dei partecipanti di occasioni mondane come queste, è stato quello di accomunarla all’orchessa Fiona, moglie del protagonista del famoso film d’animazione Shrek, un po’ per la mise, un po’ per il colore verde che imperava nel suo abbigliamento. A parte la camicia bianca infatti, è stato un tripudio di vesti e orpelli in tinta verde acceso, compreso un altrettanto poco apprezzato cravattino. Caustici i commenti della rete, con twitter che incoraggiavano a un uso esteso del rogo rappresentato in Giovanna D’Arco. Non è stato risparmiato nemmeno l’accompagnatore Alessandro Sallusti, grazie a messaggi del tipo: “Immancabili zio Fester e Crudelia”. Qui altri divertenti lazzi all’indirizzo della Santanchè.
C’è stato tutto in questa prima apertura della Scala 2016: nella tradizionale cornice del teatro di Milano il giorno di Sant’Ambrogio, si è tenuta la grande opera di Giuseppe Verdi, Giovanna d’Arco. Una spettacolare Anna Netrebko ha tenuto in piedi quasi da sola la scena, con un coro sontuoso e una buona scenografia. La storia è quella della Pulzella d’Orleans con la splendida musica di Verdi, anche se non tutti i cantori hanno reso come la protagonista, un re Carlo tutto dorato un po’ troppo simile ad un droide di guerre Stellari e un padre di Giovanna (David Cecconi) che nonostante sia entrato in scena quasi all’ultimo al posto di Alvarez malato se l’è cavata, anche se non in maniera eccelsa. Il pubblico alla fine si è sgelato con tantissimi applausi a scena aperta per i protagonisti, specie la bella Pulzella che nell’istante finale irradia luce divina e si accascia al suolo facendo calare il sipario sulla scena finale comunque emozionante. Commento del nostro infiltrato scaligero: «un effetto monoscopio Rai finale che piacerà tanto al nuovo dg Rai Campo Dall’Orto, “applausi vivissimi». Ci arrivano notizie anche gustose, con una dalla platea che si è presentata con una maglietta “Italia, più ricca ed equa”. Piccola nota, per tutta l’opera una piccola Madonnina di Lourdes è stata al centro della scena a guidare le scelte di Giovanna d’Arco, la santa eroina: certo, nella città della Madunina l’effetto è assolutamente migliore. Applausi a scena aperta, qualche incertezza ma la prova si può considera superata per registi, interpreti e direttore d’orchestra Chailly. – –
I scollina verso il finale in questa Giovanna d’Arco che col passare degli atti alla Scala di Milano sta salendo di tono: l’opera di Verdi ha appena regalar la scena della Croce con Giovanna che si sacrifica per il suo popolo anche se tutti le danno contro. Impagabile e molto emozionante il momento in cui lei letteralmente si prende la croce in spalla, sacrificando la sua persona anche all’insulto e allo scherno altrui. Molto toccante e davvero riuscita come passaggio, un’autentica scena d’assieme che trasmette Scala allo stato puro. Il padre la accusa di essere impura e lei non parla per difendere la sua parola al Signore: un momento incredibile e dove il calore sale allo stato puro. In quell’istante in qui tutti la dileggiano, la scenografia cambia con sullo sfondo Notre Dame che viene risucchiata come negli inferi: un applauso vero per la scelta che rende molto più di mille gorgheggi. Il coro si conferma sempre più spettacolare, ci conferma il nostro infiltrato scaligero che dal vivo racconta come la pelle d’oca sia assicurata. E il padre di Giovanna, come se la sta cavando come baritono? Ceccanti che ha sostituito last minute Alvarez si sta destreggiando abbastanza bene, anche se continua a rendere più di tutti la Netrebko. Ma se stasera va bene, magari domani Ceccanti strappa qualche contratto in Giappone o giù di lì: una carriera lanciata per un malanno altrui. Nel mondo della lirica accade (spesso) anche questo.
Appena ricominciata la seconda parte di Giovanna d’Arco, la prima della Scala milanese che sta aprendo la stagione 2016 con un’opera che sembra stia convincendo gli spettatori presenti in sala. Come lo sappiamo? Ormai vi abbiamo sdoganato la presenza di una nostra talpa all’interno del sacro teatro di Milano che ci sta fornendo i movimenti dei vari vip durante l’intervallo appena concluso. A parte l’inquietante presenza di un addetto alla sicurezza più o meno ogni due o tre spettatori, per segnalare il timore di altri attentati purtroppo di stretta attualità, il nostro infiltrato ci segnala anche i primi critici che fanno crocchio attorno a Ferruccio De Bortoli, ex direttore del Corriere della Sera e gran conoscitore degli ambienti milanesi. Serata sembra promossa dai critici anche se manca un po’ di calore, ci riferiscono, forse per via della mancanza di brani celebri e per un’atmosfera che non convince fino in fondo. Vicino al palchetto della nostra talpa invece sono passati giusto pochi minuti prima dell’inizio del terzo atto, il presidente Renzi e il sindaco Pisapia che con signore al seguito tornavano dai camerini dove avevano salutato attori e soprattuto Riccardo Chailly, sempre più emozionato per questa prima. Già, proprio lui è stato applaudito anche ora all’inizio della seconda parte: il pubblico ci prova a scaldare la scena, forse l’unica pecca della serata.
Davvero affascinante vedere come nel backstage, visibile con la diretta streaming video dalla Scala di Milano – mentre in onda sta andando la prima stagionale con Giovanna d’Arco di Giuseppe Verdi – i vari cambi di abito e tourbillon di attori che entrano ed escono dalla scena fanno capire quanta organizzazione vi sia dietro a questa bella opera. Sta convincendo? In tanti Appena ricominciata la seconda parte dell’opera con i primi 46 minuti che sono decisamente piaciuti Al pubblico sembra piacere, specie per la protagonista Giovanna che sta davvero deliziando con la sua voce e la sua presenza scenica: «Netrebko meravigliosa, ha già portato a casa la serata, gli altri ancora no» ci rivela la nostra misteriosa talpa da dentro La Scala. La grande pulzella d’Orleans sta dunque piacendo al pubblico che infatti applaude dopo i suoi monologhi cantati. Verdi rimane uno straordinario “direttore di banda”, un ritorno all’opera italiana che sta convincendo nonostante non ci siano le scenografie “alla Wagner” ma in quanto a musica e svolgimento delle scene, Verdi è davvero inimitabile anche per qualsiasi Wagner. La messinscena di questa sera ci conferma il nostro infiltrato, è molto sul classico andante, sottilmente conservatore: eccezion fatta per un momento che si avvicina al kitsch, o con più nobiltà di termini, “vi sono riferimenti horror” con i soldati che marciano con in mano la testa mozzata degli sconfitti.
Dai palchetti della Scala di Milano si può vedere tutto e non sempre è il palco il vero protagonista delle varie opere nel teatro più famoso e importante al mondo. Durante questa prima della Giovanna d’Arco ad esempio, il coro di Bruno Cesoni sta impreziosendo molto più dell’orchestra, ci assicura la nostra piccola talpa proprio da uno di quei palchetti avvolti di mistero e fascino che alberga nel cuore del teatro di Milano. Ma non solo: racconta il nostro infiltrato ed esperto di Scala, quando Verdi componeva la sua Giovanna d’Arco, a quel tempo, dai palchetti c’era una tenda dietro alla quale si poteva tirare a dadi, si giocava a domino o a whist. Inoltre da dietro, dove ci sono i camerini guardaroba, i cuochi portavano risotto e cacciagione per gli spettatori della Scala. Eh, sì questo e tanto altro ancora alberga nelle leggende di questo posto unico al mondo: un coro scaligero dunque, della cacciagione e…il Carnevale. Già, una volta la stagione si apriva proprio in quel periodo festaiolo, e l’opera veniva rappresentata mentre in platea si festeggiava con cibo e vino. Poi uno dice che nel passato era tutto più serio e compassato. Siamo all’intervallo signori e signore, a tra poco: chissà se danno ancora il risotto…
Una grandissima prima della Scala con Giovanna d’Arco che sta entrando nel vivo dello spettacolo e con le note di Verdi che stanno emozionando: con il nostro collegamento live “talpa” dal teatro milanese, veniamo a conoscenza di un primo e un secondo applauso di incoraggiamento con le energie positive richiamate da Pereira all’inizio che si stanno facendo sentire. «Il coro è e resta il vero tesoro della Scala, orchestra ecco non sembra, ma il filo sembra dipanarsi questa sera». Un super coro e un’orchestra così così insomma, con però tutto sommato una prima che sta andando bene: focus sulla protagonista, la splendida Netrebko. Dal nostro infiltrato speciale sappiamo le ultimissime parole di Francesco Meli, che sta impersonando un Carlo VII che assomiglia più al droide di Star Wars – una marchetta per la nuova uscita al cinema? – che non al re francese eroico: ha detto ai giornalisti che vuole giocarsela alla pari con la Netrebko. Come dire, “lei è Messi ma io sono Neymar, vediamo chi va in gol”. Al momento sembra segnare proprio la soprano “pulzella d’Orleans” questa sera: il nostro infiltrato ci garantisce che dal vivo la sua voce è letteralmente sontuosa, «come quando Ronaldinho entrava dagli spogliatoi di San Siro e batteva il primo pallone a caso verso un angolino alto». Del resto si è sempre detto che San Siro è la Scala del Calcio. E Chailly come se la sta cavando come direttore? Abbastanza bene sembra, molto emozionato visto che su quel palco prima di lui vi è stato il padre, per non parlare di Abbado e Riccardo Muti.
Comincia il grande spettacolo della Giovanna d’Arco con l’orchestra della Scala di Milano che magistralmente diretta da Riccardo Chailly in questa prima stagionale del teatro milanese seguito dalle televisioni di tutto il mondo. Il nostro infiltrato speciale ci racconta da uno dei palchetti come nel posto privilegiato in prima fila, come da tradizione, siede Giovanni Bazoli presidente di Banca Intesa San Polo. Nel frattempo vicino a lui anche il direttore del Corriere della Sera appena nominato, Luciano Fontana con il trionfo della borghesia milanese che non può mancare a questo spettacolo qual’è la Prima della Scala. Dopo un «prologo davvero convincente» come assicurano live dal teatro, prende inizio la vera e propria opera con la per ora espressivissima Anna Netrebko, la protagonista soprano che interpreta Giovanna d’Arco, che inizia sentendo le voci che la invitano a combattere per la Francia e lei corre verso la cappella della Vergine dove troverà un elmo e delle armi ma anche il Re Carlo VII che le aveva deposte lì. Pillola della nostra talpa, in tema con quanto accade nelle scuole italiane: «sopra i letto di Giovanna c’è il crocifisso»…
Colpo di scena alla Prima della Scala dove subito viene annunciato il forfait di Carlos Alvarez, il cantante lirico che avrebbe interpretato Giacomo: al suo posto entra David Cecconi che da acquisire all’opera un pizzico ancor di più di italianità. Il baritono dunque cambia all’ultimo, questo il primo colpo di scena rivelato dal nostro infiltrato speciale: inno nazionale e si comincia! Giuseppe Verdi presentò questo dramma lirico di Giovanna d’Arco al Teatro della Scala di Milano per la prima volta nel lontano 1845 e fu un totale insuccesso, tanto che Verdi fu allontanato dal Teatro fino al 1881 quando mandò in scena Simon Boccanegra. In quella Prima della Scala del 1845 gli interpreti del dramma di Verdi erano: il soprano Erminia Frezzolini, il tenore Antonio Poggi e il baritono Filippo Colini. Dopo quel fiasco, l’opera fu riproposta il 23 settembre 1865. Dopo 150 anni di assenza, l’opera Giovanna d’Arco di Verdi ritornerà alla Scala, in occasione della prima che si terrà il 7 dicembre. Alcuni ritengono che l’insuccesso di quell’opera fu dovuto anche per uno screzio tra l’impresario Merelli e lo stesso Verdi. Pare infatti che l’impresario volesse cedere i diritti del libretto a Ricordi, senza però chiedere l’opinione di Verdi. Il grande compositore italiano avrà un ruolo di primo piano nella stagione 2015-2016 della Scala di Milano, dove saranno riproposte oltre a Giovanna d’Arco anche altri tre titoli. Il ritorno di Giovanna d’Arco alla Scala vuole essere un tentativo di riscoprire le opere e i melodrammi nati proprio alla Scala. Un progetto molto ambizioso, presentato dal diretto del Teatro che vuole riallacciare un legame con la tradizione melodrammatica italiana.
Grande spettacolo per la Prima della Scala con la nostra talpa che subito ci informa dei primi gossip e delle presenza vip in sala: per prima cosa sappiamo che da quest’anno per gli orchestrali è tornato dopo anni di dismissione il frac, simbolo di eleganza e rappresentativo del mondo teatrale del passato. Una grande esclusiva direte voi, ebbene sì, il frac regala quel tocco di serietà in un ambiente che poi tanto spesso non è che sia esattamente il top della serietà. Il nostro infiltrato speciale dalla sua postazione (palchetto di tutto rispetto) tiene tutto d’occhio: ci rivela ad esempio che tra i primissimi ad entrare vi è Alessandro Profumo, il grande banchiere e personaggio di spicco della borghesia milanese. Gli ospiti non sono esattamente super eleganti, un podi sobrietà di viene raccontato dall’interno: anche questo il simbolo di un tempo che è passato?
La grande stagione della Scala di Milano sta per cominciare con Giovanna d’Arco di Giuseppe Verdi, la grande opera lirica che diretta da Riccardo Chailly sta per andare in scena nel grande teatro milanese. Attesa infinita per questo grande appuntamento della cultura italiana, che come da tradizione nella festa di Sant’Ambrogio e dunque di Milano, porta in palcoscenico una delle più belle anche se meno conosciute opere di Verdi. Tra pochi minuti inizia ufficialmente lo spettacolo che seguiremo qui in diretta con il Sussidiario per voi lettori, con tutte le curiosità, i retroscena e le novità che vedremo dal palco grazie alla nostra piccola “talpa” dentro a La Scala. Inoltre, sarà possibile seguire il tutto in diretta streaming con il video backstage in onda su Youtube: insomma tutto è pronto, lo spettacolo ha inizio.
Dove sono i cosiddetti vip quest’anno alla prima della Scala con Giovanna d’Arco che sta per cominciare? Un fuggi fuggi generale sembrerebbe. A parte il presidente della Repubblica, che di solito non manca mai a questo evento, ma che è assente giustificato dato che domani mattina a Roma deve presenziare a un importante incontro per il Giubileo (anche se il governatore della Lombardia si è molto risentito per la sua assenza) pare non ci sarà la solita sfilata di personaggi del mondo della politica, dell’economia e dello spettacolo. Ci sarà Matteo Renzi, il premier italiano che in un primo momento sembrava non potesse venire e invece parteciperà ma a livello istituzionale altro grande assente è l’ex presidente di Expo Giuseppe Sala, ci sarà però il candidato sindaco Corrado Passera. Mancheranno poi anche lo stilista Giorgio Armani così come Dolce e Gabbana. Tanto che il nome di punta fra gli ospiti quest’anno è addirittura una cantante rock, sebbene appassionata di musica classica, l’americana Patti Smith. Altri vip scarseggiano: ci saranno, è confermato, gli attori Margareth Madè e Giuseppe Zeno, così come le fedelissime Claudia Buccellati, la stilista Raffaella Curiel, Marinella di Capua e Marta Brivio Sforza. La Scala non tira più?
Una grande Prima alla Scala di Milano 2015 con l’opera verdiana tra le meno conosciute forse ma tra le più intense ed emozionanti: Giovanna d’Arco è un dramma lirico di Giuseppe Verdi tratto dal libretto di Temistocle Solere e consistente in un prologo e tre atti L’opera è ispirata a “La Pulzella di Orléans” di Friedrich Schiller. La storia è ambientata nel 1429, quando la Francia si stava scontrando contro gli Inglesi. All’epoca il principe Carlo pensava di arrendersi agli inglesi e Giovanna, preoccupata per le sorti della Francia, chiedeva alla Vergine di aiutarla e di darle le armi per scendere in battaglia e salvare i francesi. Un giorno Carlo si reca nei boschi a parlare con la Vergine e incontra Giovanna e con lei decide di ripartire in battaglia. Grazie all’intervento di Giovanna, la Francia sconfigge gli inglesi. Carlo VII confessa alla donna di amarla e di volerla al suo fianco, ma Giovanna è molto combattuta, perchè sente delle voci che le consigliano di rinunciare ai piaceri terreni. Il giorno dei festeggiamenti per la vittoria contro gli inglesi, il padre di Giovanna, sospettando che la donna sia posseduta fagli spiriti demoniaci, accusa la figlia davanti al popolo, che subito dimentica le grandi prestazioni della donna. Giovanna viene accusata di stregoneria e condannata a morire sul rogo. Il padre della giovane scopre poi che ancora sua figlia è pura e decide di liberarla. Giovanna così va incontro al principe Carlo per salvarlo dalle grinfie degli inglesi, che in quel frangente avevano preso il sopravvento sui francesi. Carlo viene salvato e costretto a tornare al castello, ma purtroppo Giovanna rimane ferita a morte in battaglia. Al rientro delle truppe viene riportato il corpo di Giovanna e non appena la donna muore una luce intensa si propaga dal cielo.
Una Prima della Scala di Milano che vede la trasposizione teatrale della storia della grande Santa eroina, voluta e realizzata da Giuseppe Verdi, non certo l’ultimo dei compositori. Ma per Giovanna d’Arco il teatro e la lirica non sono le uniche versioni realizzate nel corso dei secoli: stando ai tempi nostri sono ben due le principali opere al cinema su questa affascinante eroina della libertà francese. Nella versione cinematografica del 1948, diretta da Victor Fleming, Giovanna d’Arco è interpretata da Ingrid Bergman. Fleming rappresenta un’eroina che diventa martire. Dopo la vittoria sugli inglesi, Carlo VII, credendola una strega, la lascia alla mercé degli inquisitori, che la torturano e la condannano al rogo. Ma dopo la sua morte, la sua figura viene rivalutata, il popolo francese la proclama martire e la eleva a simbolo della ribellione e della libertà. Il film vinse tre oscar. Meno ovvia e cavalleresca, e molto più introspettiva, la versione del 1999, diretta da Luc Besson, con l’interpretazione di Milla Jovovich. Giovanna è combattuta tra le sue pulsioni interiori di odio e vendetta, il suo amore per Dio, l’isteria e la sua fervida immaginazione. Sul finale, durante il processo, si confronta con se stessa e si chiede se quelle che lei credeva delle visioni, dei segni mandati da Dio, non siano state solo delle coincidenze, rielaborate dalla sua fervida immaginazione.
Di certo con l’opera di Giovanna d’Arco quest’anno la Prima della Scala di Milano porta con sé grande attenzioni per una figura di donna storica che nei secoli ha fatto eccome parlare di sé, spesso con teorie piuttosto strampalate e mai verificate effettivamente. Oggi, a quasi sei secoli di distanza, Giovanna d’Arco è un personaggio di drammatica attualità, una fanciulla chiamata da Dio per compiere una missione: far trionfare le armate francesi contro quelle inglesi. E a quella causa sacrifica tutto, anche la sua vita. Questo personaggio ricorda tanto il fanatismo religioso islamico della nostra epoca e i più recenti eventi parigini dello scorso novembre. Uno dei personaggi più controversi della storia, così ambiguo, tra l’eroina coraggiosa e la giovane isterica in preda alle allucinazioni. Intorno a questo personaggio sono nate tante leggende, aneddoti e curiosità che hanno alimentato storie per il cinema, saggi, canzoni. L’interpretazione è assai controversa e a volte, addirittura stravagante: Shakespeare la vede, nel suo dramma Enrico VI, come una strega ed evocatrice di diavoli. Voltaire la denigra, con ironia, in un poema eroicomico, La Pulcella d’Orleans. Mentre la studiosa inglese M. Murray la eleva a profetessa-sacerdotessa che si sacrifica in ossequio a un rito pagano. Dopo averla condannata al rogo dal tribunale dell’Inquisizione, la Chiesa cattolica la proclama venerabile, poi beata e infine santa. Giovanna è il primo caso di una donna, che la Chiesa ha prima condannato e poi santificato.
Una grande stagione, una nuova stagione con la Prima della Scala che apre questa sera con la spettacolare Giovanna d’Arco di Giuseppe Verdi che sta facendo parlare da giorni anche per questa strana coincidenza. Ovviamente il programma della Scala di Milano era deciso da oltre un anno, ma il fatto che il primo spettacolo della nuova stagione sia su un personaggio francese è davvero singolare: Si tratta di una coincidenza, naturalmente, poiché la scelta delle opere da rappresentare avviene molto tempo prima, due anni, in questo caso. Tuttavia, è quantomeno sorprendente che ad aprire la stagione di un teatro così importante sia proprio un’opera sull’eroina francese che combatté, fino alla morte, per restituire la libertà al suo popolo. Una coincidenza ancora più significativa dopo l’allarme dell’FBI, che indica tra gli obiettivi di possibili attacchi terroristici proprio la Scala e il Duomo di Milano. Così quest’anno, il 7 dicembre, Milano festeggerà sant’Ambrogio e la prima della Scala in un’atmosfera da coprifuoco, praticamente blindata, e il pubblico dovrà passare rigidi controlli di polizia e meta detector prima di essere ammesso allo storico teatro.
Giovanna D’Arco torna alla Scala di Milano dopo 150 anni di assenza. Va in scena questa sera, giorno di Sant’Ambrogio, la “prima” che inaugura ufficialmente la stagione lirica del celebre teatro meneghino. Il dramma lirico di Giuseppe Verdi, su libretto di Temistocle Solera, è stato rappresentato per la prima volta proprio alla Scala il 15 febbraio 1845 e andò in scena per l’ultima volta il 23 settembre 1865. L’opera dedicata alla patrona di Francia (regia di Moshe Leiser e Patrice Caurier) fa il suo ritorno a Milano a neanche un mese dai tragici attentati avvenuti nella capitale francese il 13 novembre scorso, una coincidenza che però non è passata inosservata. “L’opera non è una rivista d’attualità – ha spiegato Leiser – ma può essere un modo per capire meglio quello che succede nel mondo”. Giovanna “è un’icona che può essere pericolosa – ha aggiunto il regista – perché giocare con Dio e con la nazione ed essere pronti per questo a morire è qualcosa di pericoloso. Di questo cerchiamo di parlare in quest’opera”. Lo spettacolo sarà diretto dal maestro Riccardo Chailly, mentre nel cast compaiono Anna Netrebko (Giovanna d’Arco), Francesco Meli (Carlo VII) e Carlos Alvarez (Giacomo)
L’appuntamento con la “prima” al Teatro alla Scala è per il 7 dicembre a partire dalle 17.30, quando inizierà anche la diretta trasmessa in diretta in esclusiva da Rai Cultura su Rai5, oltre che su Rai HD canale 501 e Radio3 (clicca qui). Come fa sapere la Rai, lo spettacolo sarà seguito in ogni suo dettaglio da 10 telecamere in alta definizione, una telecamera verticale sulla scena e 60 microfoni che serviranno per la trasmissione stereofonica in radio e con audio HD 5.1 in TV. L’intera squadra di ripresa è composta da circa 50 persone tra cameraman, microfonisti, tecnici audio e video. La produzione dell’opera, con la regia televisiva di Patrizia Carmine, è curata da Rai Cultura che la proporrà in replica su Rai5 domenica 13 dicembre alle ore 10 e martedì 15 dicembre alle ore 16. La grande novità, tuttavia è che la Prima de La Scala quest’anno sarà visibile -nel suo backstage – in diretta streaming video sul sito di Rai Cultura e su Youtube (clicca qui)
Una grande figura per la Prima della Scala 2015 a Milano, ovvero Giovanna d’Arco che con l’opera di Giuseppe Verdi vive una giornata di grande protagonismo nella scena culturale italiana. Figlia di contadini della Lorena, Jeanne d’Arc, è una bambina molto religiosa e devota, fino a quando il suo villaggio viene saccheggiato da soldati inglesi, durante la guerra dei Cento Anni. Nascosta in un armadio, Giovanna assiste, terrorizzata, al massacro della sorella, violentata e poi uccisa con un colpo di spada da un soldato inglese. Questo trauma segnerà la giovane per tutta la vita, e instillerà dentro di lei un odio isterico nei confronti degli inglesi. Le voci che dice di sentire, e le visioni che dice di avere, forse sono i fantasmi della sua coscienza che cercano di elaborare quell’ignobile trauma subito da adolescente. Forse anche per riscattarsi da quel trauma, Giovanna diventa una figura centrale nelle armate francesi in battaglia contro gli inglesi, riuscendo a rompere l’accerchiamento delle truppe intorno alla città di Orleans, impedendo agli Anglo-borgognoni di occupare l’intera Loira. Dopo la liberazione di Orleans, Giovanna continua le campagne contro gli inglesi fino a sconfiggerli definitivamente nel giugno del 1429, riportando sul trono di Francia Carlo VII.