Il Consiglio di Zona 2 a Milano ha votato a favore della proposta del Gruppo Radicale-Federalista Europeo per chiedere la sperimentazione del “fenomeno del lavoro sessuale in città con lo zoning”, ovvero la creazione di zone dedicate alla prostituzione. L’intenzione è di trasferire il modello già avviato a Mestre anche nel capoluogo lombardo e in particolare nell’area che comprende le zone Stazione Centrale, Gorla, Turro, Precotto, Greco, Mirabello, Villaggio dei Giornalisti, Maggiolina, Greco Fornasetta, Quartiere Adriano e Crescenzago.
Come si legge sul sito Milano Radicale, hanno votato a favore 14 consiglieri “appartenenti a vari gruppi politici: dal Pd al gruppo misto, da Sel a Sovranità ai Verdi, oltre ai radicali”, mentre hanno votato contro 8 consiglieri di altrettanti vari gruppi politici, dalla Lega a Forza Italia a un consigliere del Pd. “Il Consiglio di Zona 2 offre alla Giunta un metodo di governo del fenomeno del lavoro sessuale su strada che prenda in considerazione le richieste di tutti i soggetti interessati dai cittadini, che desiderano il rispetto del decoro e della quiete pubblica, alle lavoratrici e i lavoratori del sesso, che hanno diritto a svolgere la loro attività in condizioni dignitose”, ha detto Yuri Guaiana, consigliere radicale di Zona 2 ed estensore della mozione. “Spero che la Giunta ascolti la voce del territorio e dia seguito a questa mozione, la quale si rifà all’esempio di Mestre che ha avuto successo portando anche a una riduzione del numero di persone che offrono servizi sessuali su strada”.
Ma non tutti sono d’accordo: “La preoccupazione principale è che i luoghi scelti per gli eventuali quartieri a luci rosse siano come al solito quartieri periferici, già molto colpiti da insicurezza – ha commentato Silvia Sardone di Forza Italia – Si rischiano veri e propri ghetti. Il voto in aula, in una zona che ha molte aree disagiate e degradate, preoccupa in considerazione del bassissimo livello di attenzione dell’amministrazione nei confronti delle periferie”.