Bella e intensa intervista rilasciata dall’immensa attrice Milena Vukotic, ai microfoni del programma Ti Sento, show di casa Rai condotto da Pierluigi Diaco. Tanti gli argomenti trattati dall’attrice 86enne originaria di Roma, a cominciare dal rapporto con Paolo Villaggio, lei che è divenuta famosissima proprio grazie alle pellicole con protagonista Fantozzi: “E’ stata un’esperienza bella, essere vicina a lui era un viaggio importante. prima di tutto un viaggio professionale ma poi si è sviluppato anche un rapporto personale con lui e con la sua famiglia, e che è rimasto. mi dispiace moltissimo che due mesi prima che se ne andasse, era Natale, ci siamo parlati, gli ho detto che sarei andato a trovarlo ma non sono riuscita, era una cosa che desideravo fare. Cosa gli direi ora? Che gli sono grata, prima di tutto per l’esperienza professionale ma anche per l’acutezza del suo sguardo sul mondo, questa maschera che è universale, non ha creato una maschera italiana, ha creato una maschera che potrebbe esistere ovunque, è stato immenso”.
Fra i grandi maestri di Milena Vukotic anche il regista teatrale Giorgio Strehler, che l’artista ricorda con estrema ammirazione: “Strehler è stato ed è un genio, quello che ci ha lasciato rimarrà sempre, ho avuto la fortuna di fare uno spettacolo con lui ma mi è bastato, lo considero in assoluto il più grande regista che abbiamo avuto nel mondo, era un uomo complicato di grande simpatia ma anche di grande difficoltà, le prove con lui erano sempre complicate, era capace di passare tutto un pomeriggio su una battuta, per approfondire il concetto, tutto ciò che significava in quel momento per lui. Mi ricordo che per la prima a Roma, la prova generale l’abbiamo finita il giorno della prima alle sette del mattino, poi siamo andati a casa. E’ stato un uomo difficile ma non si poteva fare a meno di adorarlo, era talmente preso e dentro in questa sua convinzione amorosa del teatro e dell’arte, che si sopportava tutto”. Quindi ha aggiunto: “Fare tutte queste cose che sono tante, con tanti momenti di felicità… nel momento in cui uno riesce ad esprimersi anche nei momenti difficili è un grande privilegio, siamo dei privilegiati. Fatica? Uno non ce ne se accorge, è una bella fatica, questo ci compensa. Credo molto nell’intensità del sentimento, che ci da forza. Fare questo lavoro senza sentimenti? Non credo si possa fare niente senza sentimenti. Cinismo? Incontrato da parte degli altri, ma ripeto, se uno è abbastanza convinto di quello che vuole fare, che si sente, sono onde negative che arrivano fino ad un certo punto”.
MILENA VUKOTIC E IL LOCKDOWN: “UN MOMENTO MOLTO INTENSO”
Su come ha vissuto il lockdown del 2020: “Un momento molto intenso – ricorda Milena Vukotic – mi ha costretto a guardarmi dentro, a realizzare come stiamo bene quando stiamo bene, nella normalità e anche a concentrarsi maggiormente sui testi, sul lavoro e un grande bisogno di fare il nostro lavoro e di esprimerci a teatro e di ritrovare il palcoscenico. Adesso sta scoppiando questo bisogno di ritrovare le nostre case. il bilancio è rendersi conto che dobbiamo ringraziare tutti i giorni di essere al mondo, di stare bene, di lavorare e della grande fortuna di esserci”.
Sul suono dell’orchestra che si accorda passato in studio, Milena Vukotic spiega: “L’orchestra che si accorda sul ‘La’ mi emoziona, non so perchè, questi strumenti che devono trovare un’armonia che si accordano sul ‘La’ del violino, è la preparazione a quello che sarà un concerto. Per entrare in armonia con gli altri bisogna lasciarsi andare alle emozioni. Per entrare in empatia con gli altri devo guardarlo negli occhi, sentire qualcosa che non è spiegabile, di indefinibile, che fa si che si entra in sintonia”. Ma Milena Vukotic ha mai sentito il bisogno di staccarsi dal suo lavoro? “Si è avvenuto ma perchè c’era altro che compensava, noi viviamo nella ricchezza di emozioni: quando viene meno l’emozione del lavoro si è compensati, vuol dire che c’è qualcosa che sta lì e che aspetta”. Pierluigi Diaco ha quindi chiesto a Milena Vukotic se abbia mai incontrato Dio, e l’attrice ha replicato: “Dipende da come è Dio, è dentro le persone che amiamo. Nell’arte c’è la sacralità, che chiamiamo Dio, amore, salvezza”.