Minnie Minoprio, grande showgirl italiana famosa soprattutto negli anni ’60 e ’70, è stata ospite stamane negli studi di Uno Mattina Estate, in diretta su Rai Uno. Nell’occasione ha ricordato la famosa sigla cantata e ballata con Fred Bongusto, ‘Quando mi dici così’: “Questa sigla ha cambiato la mia vita – ha spiegato l’artista inglese – io provenivo da Londra, dove avevo studiato danza, avevo fatto i primi passi in teatro, venendo in Italia ho dovuto reinventare tutto e la Rai mi ha proposto questa sigla che mi ha cambiato la vita”.
“L’abbiamo fatta in varie salse – ha proseguito – ed è stata forse la sigla più imitata del mondo, tutti hanno voluto imitare questa cosa del ‘cipicipi’ un po’ allusivo e accattivante, noi l’abbiamo fatto grazie a Don Lurio, il coreografo, che ha voluto fare una cosa comica, ironica, non sexy, ma in Italia ha suscitato un po’ di scandalo”. Ma perchè questa sigla piaceva così tanto? Minnie Minoprio ha una sua teoria: “Piaceva così tanto perchè la donna prendeva l’iniziativa, si permetteva di proporsi e di non essere solo una schiava ses*uale o una donna di casa e in quegli anni c’è stato molto sviluppo in tal senso e io ho portato gli spettacoli con ballerine negli angoli più remoti, cose mai viste, e questa provocazione ha aiutato un pochino questa rivoluzione culturale”.
MINNIE MINOPRIO: “CON RAFFAELLA CARRA’ HO LAVORATO PER TRE MESI”
Minnie Minoprio racconta di come questa sigla sia stata nel contempo croce e delizia per la stessa artista: “Successivamente la sigla è stata imitata ma è stata una cosa che mi ha legato a questa immagine, io cantavo jazz, facevo l’attrice e altre cose, ma mi ha costretto ad essere sempre ricordata come questo personaggio”.
Su Raffaella Carrà: “Ho lavorato con Raffaella in Ciao Rudy – ha spiegato Minnie Minoprio – una commedia musicale con Mastroianni, abbiamo lavorato insieme per tre mesi, siamo state amiche ma anche rivali, la stampa cercava un personaggio da contrapporre alla grande Raffaella e per fare notizia inventanvano questa concorrenza fra noi due”. Chiusura sulla sua ricetta per avere successo: “Essere se stessi, sorridere, essere disponibili, non montarsi la testa e amare il proprio lavoro”.