Kim Jong-un è stato eletto, senza sorpresa, segretario generale del Partito dei lavoratori, l’unico riconosciuto dal regime nordcoreano, in occasione dell’ottavo congresso, il primo negli ultimi cinque anni. Kim, al potere dalla morte del padre, avvenuta nel dicembre 2011, deteneva la presidenza del partito, appositamente creata nel maggio 2016. Un congresso che ha mostrato diverse novità e incongruenze rispetto al passato, ci ha spiegato in questa intervista Francesco Sisci, sinologo ed editorialista, “a cominciare dall’assenza del classico discorso di apertura come facevano il padre e il nonno di Kim”. La seconda sorpresa è che la sorella Kim Yo-jong non è stata inclusa nell’elenco dei membri supplenti del Politburo. “Ma questo non significa” spiega ancora Sisci “che sia stata eliminata dal circolo del potere: anzi, la sorella di Kim Jong-un negli ultimi mesi ha avuto una ascesa verticale senza precedenti, tanto che durante la sparizione per motivi sconosciuti del fratello si era detto avesse assunto la guida del paese”. Kim Jong-un ha comunque parlato per parecchie ore durante il congresso, e qui la nuova sorpresa: per la prima volta nella storia della Nord Corea un leader ha ammesso il fallimento dell’ultimo piano quinquennale economico, cosa mai successa prima.
Come si spiega l’ammissione del fallimento del piano economico, qualcosa che nessun leader dei regimi marxisti ha mai fatto?
Non so se altri regimi non lo abbiano mai fatto, sicuramente non l’ha mai fatto la Nord Corea. Ma andiamo con ordine.
Ci dica.
C’è una situazione molto strana in Corea del Nord che si registra ormai da mesi. La storia della sparizione di Kim Jong-un, per la quale avevamo detto che ci sembrava che l’uomo fosse morto o clinicamente morto, adesso sembra non sia così. Però c’è stato un episodio molto strano.
Quale?
L’ascesa come una meteora della sorella. Stiamo assistendo a un duopolio in cui la sorella, che non era niente di più appunto che una sorella, si è trovata improvvisamente a ricoprire, anche se non ufficialmente, la carica di leader del paese. Cosa è successo nei giorni della sparizione? Nessuno lo sa. Non abbiamo neanche conferme esterne sullo stato di salute di Kim.
Però Kim Yo-jong, secondo quanto riporta l’agenzia ufficiale Kcna, non è stata inclusa nell’elenco dei membri supplenti del Politburo.
È però certo, confermato, che nei mesi scorsi abbia avuto una serie di promozioni, ed è una cosa bizzarra. Come minimo si può pensare che il ruolo del fratello debba avvalersi di una persona molto fidata come può esserlo la sorella, se non è in condizioni di salute non ottimali.
Tornando alla dichiarazione di fallimento del piano economico, contrasta con quel modello di semidivinità infallibile che aveva caratterizzato per molto tempo sia il suo regime sia quello dei suoi predecessori, non crede?
Si è espresso in modo molto franco e anche onesto, e anche questa è una novità. Però non sappiamo cosa succederà. Dovrebbe annunciare delle riforme strutturali, non basta dire abbiamo sbagliato. Tuttavia non c’è nessuna riforma del sistema economico in vista, almeno al momento.
Infine c’è stato l’abituale attacco agli Stati Uniti e l’annuncio di una corsa al riarmo nucleare. Si può dire sia una mossa preventiva in vista dell’insediamento alla casa Bianca di Joe Biden, un nemico al momento ancora sconosciuto?
Questo attacco è invece nel vecchio stile. Quando il mondo è occupato su altro e la questione nordcoreana sparisce dall’orizzonte, a Pyongyang lanciano sempre qualche minaccia per attirare l’attenzione. C’è un nuovo presidente americano, è fallita la partita con Trump perché Trump se ne è andato, adesso si apre una nuova partita con Biden. Come successo già tante altre volte, dicono: dateci attenzione, se no facciamo stragi.
C’entra l’annoso problema dell’abolizione delle sanzioni economiche?
Non sono proprio solo le sanzioni, nella trattativa annosa c’è anche un problema di integrazione della Nord Corea nel mondo e di rapporti tra Nord e Sud. Oggi c’è in ballo una partita molto più seria tra Usa e Cina, non sappiamo se e quanto queste dichiarazioni rientrino fra Pechino e Washington, né se in qualche modo Kim vuole inserirsi in questa partita o anche la Cina e gli Stati Uniti cerchino di giocare questa partita nordcoreana, che da sempre è stata una sponda molto delicata fra i due paesi.