Monica Busetto in carcere per l'omicidio Lida Taffi Pamio, che è stato confessato da un'altra donna: il caso a Le Iene e la battaglia per la revisione
IL CASO DI MONICA BUSETTO A LE IENE
Due donne sono state condannate per lo stesso omicidio, ma entrambe avrebbero agito da sole: una delle due, dunque, è in carcere da innocente. La vittima è Lida Taffi Pamio, 87enne ritrovata morta nel suo appartamento a Mestre nel 2012. Per il suo omicidio sono state condannate Monica Busetto, che sta scontando una pena di 25 anni di, e Susanna Milly Lazzarini.
Entrambe le sentenze sostengono che le rispettive imputate hanno ucciso la stessa persona in autonomia. Un caso possibile per la giustizia italiana, anche se molte cose non tornano, infatti Le Iene ne parlerà nella puntata di stasera. Delle due, Monica Busetto ha sempre negato le sue responsabilità e respinto le accuse, mentre Susanna Milly Lazzarini ha confessato l’omicidio e di aver agito da sola.
Nei mesi scorsi è emersa l’intenzione della genetista Lucia Bartoloni, consulente di Busetto, di chiedere nuovamente la revisione del processo, in quanto quella che era ritenuta la prova regina, una collana trovata in un portagioie di Busetto e attribuita alla vittima, per la difesa sarebbe invece un regalo di battesimo della condannata che non aveva mai usato.
Il primo tentativo di riaprire il caso era andato a vuoto, con la decisione della Cassazione di negare la revisione, dopo che già nel marzo dell’anno scorso la Corte d’Appello di Trento aveva respinto l’istanza.
CHI HA UCCISO LIDA TAFFI PAMIO?
La vicenda resta particolare e si è aperta nel 2012, quando Lida Taffi Pamio venne massacrata a casa con uno schiaccianoci sulla testa e poi strangolata con un cavo della tv, quindi soffocata con della carta in bocca e accoltellata con una decina di fendenti all’addome, alla gola e al torace. Non trovando tracce sulle scale, gli inquirenti puntarono subito sulla dirimpettaia, Monica Busetto, che all’epoca era operatrice sociosanitaria all’ospedale di Venezia.
Dopo un anno di indagini, venne arrestata: decisivo il ritrovamento della collanina, su cui vennero trovate tracce del Dna della vittima. D’altra parte, la difesa ha ribattuto che la quantità di Dna era molto ridotta, quindi poteva trattarsi di una contaminazione con altri reperti esaminati. Questa la tesi della genetista Lucia Bartoloni, che sta collaborando con la difesa.
LA BATTAGLIA LEGALE PER LA REVISIONE
Quando ormai Monica Busetto era in carcere da due anni per l’omicidio, venne uccisa un’altra anziana, Francesca Vianello, a Mestre. Stavolta l’assassina venne individuata in Susanna Milly Lazzarini, arrestata pochi giorni dopo. Le indagini individuarono diverse analogie con il delitto di Lida Paffi Tamio: Lazzarini era amica di entrambe le vittime, entrambe benestanti, entrambe uccise nel periodo di Natale.
Lazzarini confessò entrambi gli omicidi, quindi Monica Busetto venne liberata, ma il suo incubo non era finito in realtà, perché poi Lazzarini cambiò versione, coinvolgendo proprio l’altra donna. Alla fine, Busetto è stata condannata all’ergastolo, pena poi ridotta a 25 anni in appello bis per motivi tecnici, mentre Lazzarini è stata condannata due volte a 30 anni di carcere per i due delitti.
Ma nella sentenza era stato escluso il ruolo di Busetto come compartecipe, da qui la richiesta di revisione della difesa, con il primo tentativo che è stato respinto, mentre il secondo potrebbe essere tentato a breve.