La Commissione agricoltura ha approvato nella giornata di ieri, mercoledì 17 marzo, la Risoluzione in merito al fenomeno chiamato “Moria del Kiwi”. L’annuncio è stato dato dal portale ufficiale del Senato in cui si legge: “La Commissione Agricoltura, mercoledì 17 marzo, a conclusione dell’esame dell’affare assegnato n. 147 sul fenomeno della cosiddetta “moria del kiwi”, ha approvato la risoluzione Doc. XXIV n. 34”.
Un passo molto importante quello dell’approvazione della risoluzione, che apre le porte ad un progetto di ricerca ma soprattutto di sostegno a tutti coloro che hanno dovuto affrontare con solo le proprie mani i danni devastanti causati da un fenomeno che ha sterminato le coltivazioni di kiwi, per questo ribattezzato “moria di kiwi”. Un evento che si è verificato in varie parti dello stivale, ed in particolare nel cuneese e torinese, due zone del Piemonte, ma anche e soprattutto nel Lazio, nell’Agro Pontino, dove da tempo si trovano coltivazioni di kiwi. Un fenomeno che va a colpire l’actinidia e che provoca l’appassimento delle piante a seguito della morte dell’apparato radiale: la produzione si perde, la pianta si secca, e nel giro di una sola stagione l’intero frutteto viene compromesso.
MORIA DEL KIWI, IL SENATORE TARICCO: “IL GOVERNO METTE IN CAMPO RISORSE ADEGUATE”
Una situazione che come spesso e volentieri avviene in natura, ha origini al momento oscure, ma che ha provocato danni agli agricoltori italiani per oltre 300 milioni di euro nel 2020, senza tenere conto dell’indotto. Al momento, nonostante gli enormi sforzi profusi negli ultimi mesi, a cominciare dall’istituzione a settembre 2020 di “Gruppo di lavoro tecnico-scientifico per contrastare la problematica della sindrome della moria dei kiwi”, non è ancora stata trovata una cura efficace per bloccare la moria di kiwi. “Con l’approvazione di oggi (ieri ndr) in Commissione Agricoltura del Senato – spiega il senatore Mino Taricco, esponente del Pd e relatore dell’atto – il Governo si è impegnato a trovare e mettere in campo risorse economiche adeguate per affrontare in modo definitivo il grave fenomeno, per giungere ad identificarne le reali cause e trovare soluzioni adeguate, tutelando gli impianti ancora efficienti ed in essere e salvaguardando le prospettive della coltura dell’actinidia, proprio per il ruolo così importante assunto nella frutticoltura del nostro Paese e per la tutela della forza lavoro e del patrimonio di competenza”.