Morte Manuela Murgia, caso a Le Iene: sentito l'indagato Enrico Astero, intanto proseguono gli esami. Concessa proroga per analisi genetiche su vestiti
MANUELA MURGIA, IL CASO A LE IENE
Dopo la recente svolta nel caso di Manuela Murgia, anche Le Iene si occupano della tragica morte della 16enne avvenuta trent’anni fa in Sardegna, nel canyon di Tuvixeddu, a Cagliari. L’inviato Alessandro Sortino è riuscito a incontrare davanti al tribunale sardo Enrico Astero, che all’epoca era fidanzato della ragazza e ora è unico indagato. Ma Sortino ha raccolto anche le dichiarazioni del cugino dell’indagato, perché è uno dei testimoni principali della relazione con Manuela Murgia.
La vicenda sembrava destinata a restare irrisolta, ma il caso è stato riaperto grazie alla perizia del medico legale Roberto Demontis, secondo cui la 16enne sarebbe stata vittima di un’aggressione. Dopo un rapporto sessuale che le avrebbe causato delle abrasioni evidenti, la ragazza sarebbe scappata, ma poi sarebbe stata raggiunta dal suo assassino o dai suoi killer, venendo investita con l’auto.
Il suo corpo, agonizzante o già senza vita, sarebbe stato poi trasportato nel luogo dove è stato poi ritrovato. La ricostruzione del medico legale trova riscontro negli elementi evidenziati dall’autopsia realizzata all’epoca.

In queste settimane, però, sono stati effettuati nuovi esami, come quelli del Ris di Cagliari su alcune tracce di Dna trovate sui vestiti di Manuela Murgia, lasciati in un deposito dell’Istituto di medicina legale per trent’anni. Ora si procederà con il confronto tra le tracce genetiche con il Dna dell’indagato.
CASO MANUELA MURGIA, ALTRI DUE MESI PER GLI ESAMI DEL RIS
Per gli esami, comunque, ci sarà tempo, perché il gip di Cagliari ha concesso una proroga di circa due mesi per le analisi genetiche sui vestiti indossati da Manuela Murgia al momento della sua morte. Dunque, è stata accolta la richiesta del Ris di Cagliari, a fronte della complessità dei campioni e del loro volume dei campioni biologici raccolti.
Le analisi avviate nel luglio dell’anno scorso in occasione dell’incidente probatorio hanno già evidenziato tracce importante, infatti ci sono almeno una ventina di campioni biologici con materiale genetico maschile, rafforzando i dubbi della famiglia sulla tesi del suicidio.
Ma il gip ha disposto anche analisi dattiloscopiche per le impronte digitali e merceologiche per risalire alla natura dei materiali, con l’obiettivo di escludere che i reperti siano stati alterati. Novità potrebbero arrivare l’11 dicembre, giorno della prossima udienza, in cui potrebbero arrivare i risultati e avviati i confronti genetici non solo con il database nazionale, ma anche con il campione di Astero, che non era stato prelevato in via formale.
“C’è una moltitudine di tracce importanti da verificare, tutto molto scrupolosamente. Questo è quello che vogliamo, oltre ad avere risposte importanti“, ha dichiarato Elisabetta Murgia, sorella della vittima, ai microfoni del Tgr.
