Nel corso della notte appena passata si è verificato un massiccio attacco con droni sulla città di Mosca. Al momento non è chiara la matrice dell’offensiva, anche perchè Kiev non ha confermato l’azione, in ogni caso secondo quanto riferisce l’agenzia di stampa russa Tass, citata dall’Ansa, l’operazione sarebbe stata significativa. Un drone ha colpito un palazzo nella zona sud della capitale russa, mentre altri hanno centrato due edifici non residenziali in città. Alcuni detriti sono stati invece rinvenuti in centro alla capitale, ma fortunatamente i servizi di emergenza non segnalano al momento dei feriti.
La Russia ha inoltre fatto sapere di aver “soppresso” due droni ucraini a Mosca, ed ha poi puntato il dito nei confronti di Kiev, accusandola di aver lanciato un “atto terroristico” sulla capitale russa. Il ministero della Difesa di Mosca parla di: “Un tentativo del regime di Kiev di compiere un atto terroristico utilizzando due droni su obiettivi nel territorio della città di Mosca è stato fermato”. Sempre stando a quanto specificato dall’agenzia di stampa Tass, un drone è caduto su Komsomolsky Prospekt, vicino al ministero della Difesa russo, mentre un altro velivolo comandato a distanza è caduto in via Likhacheva, in un centro commerciale situato vicino alle principali arterie di Mosca.
MOSCA SOTTO ATTACCO DRONI INTANTO LUKASHENKO INCONTRA PUTIN
Intanto nella giornata di ieri si è tenuto un nuovo incontro fra Vladimir Putin e Alexander Lukashenko, presidente della Bielorussia. I due si sono visti a San Pietroburgo, e il secondo ha spiegato che i membri del Gruppo Wagner, “iniziano a stressarlo” perché “vogliono marciare verso Varsavia”, così come riferito dall’agenzia di stampa russa Interfax.
“I Wagner stanno iniziando a stressarci – le parole additate a Lukashenko – dicono: ‘Vogliamo andare in Occidente, permettetecelo’. Chiedo perché vogliano andare in Occidente. ‘Beh, vogliamo fare un’escursione in Polonia, a Rzeszow'”. Lukashenko ha comunque assicurato Putin circa il fatto che i membri del gruppo Wagner resteranno a Minsk nella base di Moguiliov “come concordato” anche se il loro “stato d’animo è cattivo”.