Paolo Cevoli da Riccione, romagnolo doc, imprenditore e comico quasi per caso: a partire dall’età di undici anni ogni estate aiuta i genitori nella gestione della pensione. Frequenta l’Università a Bologna tra il 1979 e il 1983 e si laurea in Giurisprudenza. Poi lavora come manager al Grand Hotel di Rimini. Nel 1986 si sposa con Elisabetta. Nascono due figli: Giacomo nel 1988 e Davide nel 1990. Nello stesso anno si trasferisce a Bologna con la famiglia. Decide di seguire le orme del padre e diventa imprenditore. Apre un locale investendo tutti i suoi risparmi.
Il locale comincia ad essere frequentato da personaggi dello spettacolo, tra cui Gino e Michele, che si accorgono che Cevoli è molto bravo a intrattenere gli ospiti. Ha una particolare brillantezza nel raccontare barzellette. Viene invitato a esibirsi in un locale meneghino, lo “Zelig”, palestra per volti noti e meno noti del cabaret. Inizialmente declina l’invito, poi accetta. Dal locale passa direttamente alla trasmissione televisiva, dove porta alla ribalta il personaggio di Palmiro Cangini, Assessore alle Varie ed Eventuali del comune di Roncofritto. Appassionato motociclista (il centauro Olimpio Pagnarani, il Lepro di Viserbella, è uno dei personaggi portati in scena da Paolo a Zelig) e tifoso di Valentino Rossi, ci racconta del suo amore per le due ruote e del suo rapporto con il pilota di Tavullia.
Paolo, come è nata la tua passione per il motociclismo?
È nata quando ero un bimbo: a quell’epoca c’erano i circuiti cittadini a Riccione e a Rimini e andavo all’angolo di Viale Ceccarini con il lungomare e alla rotonda del Grand Hotel. C’erano il povero Renzo Pasolini, Jarno Saarinen che andava nella pensione di mio zio, l’Hotel Kiss: tutti e due, purtroppo, morirono nello stesso incidente a Monza. Poi c’era il povero Bergamonti e il mitico Giacomo Agostini. Mi piaceva da matti assistere a quelle gare, sentire l’odore dell’olio di ricino, sentire il rumore dei motori. Dopo c’è stata una pausa e quando è arrivato Valentino è rinata di nuovo questa passione.
Sei un tifoso particolare di Valentino: quando puoi lo segui anche sui circuiti…
Valentino penso abbia milioni di tifosi, e io sono uno di loro: in più ho l’onore di conoscerlo e quindi mi appassiono ancora di più.
E il tuo personaggio, Olimpio Pagnarani, il Lepro di Viserbella che porti in scena? Cosa c’entra con Valentino?
Nulla. Valentino è praticamente romagnolo: abbiamo dei tratti in comune. Il romagnolo ha questo modo di esprimersi, di parlare senza dire niente.
Avendo la possibilità di frequentarlo, di stargli vicino, qual è la cosa che più ti colpisce di lui?
Valentino è una persona che rischia tutto, rischia sempre, ha voglia di vivere e vuol sempre essere davanti a tutti.
Com’è fuori dall’ambiente delle corse?
È come si vede, uguale, non c’è differenza: è socievole, la battuta pronta. È un piacere starci insieme.
Secondo te Valentino è un po’ stanco delle gare o ha ancora voglia di correre?
Non lo so. Valentino è uno che ama le sfide e penso che fino a quando ci sarà qualcuno in grado di sfidarlo continuerà, perché ci prova gusto, vuol vincere, stare davanti. Se vincesse con 100 punti di distacco forse si stuferebbe. Così forse è più motivato.
Ti piacerebbe vederlo in sella alla Ducati?
Sì molto. Mi piacerebbe vederlo sia in sella a una Ducati che dentro a una Ferrari. Come penso tutti gli italianii. Mi piacerebbe vederlo anche giocare a pallavolo o correre in bicicletta perché Valentino comunica questa gioia, questa voglia di partecipare, di vincere. Anche se giocasse a ciclotappo andrei a vederlo.
Che cosa ti affascina, in particolare, del mondo delle corse?
Sicuramente le gare che ho avuto modo di seguire con un punto di vista particolare perché le vedo dai box: sono molto belle, affascinanti. C’è ancora un certo contatto con il pilota anche se io, lo riconosco, da questo punto di vista sono un privilegiato. In più questo sport, avendo un campione così carismatico come Valentino, ti prende.
Sempre in tema di motori, cosa dici di Alonso in Ferrari?
È un bell’acquisto perché sicuramente è uno che va forte, senza togliere niente agli attuali piloti. Però uno, Raikkonen, sembra un calippo, e quell’altro, Massa, è un bravo ragazzo. Alonso invece ha più carisma sicuramente.
Sarà il nuovo Schumacher?
Boh? Guarda che io di automobili non ci capisco niente e non ho la competenza per dire questo è più bravo di quello, anche perché nella Formula 1, rispetto alle moto, anche visivamente, l’uomo si perde: quando vedi la Formula 1 vedi una bella macchina con un casco che sbuca fuori che potrebbe essere di chiunque. Potrebbero togliere il pilota all’ultimo momento che, secondo me, nessuno se ne accorgerebbe. Ma neanche quando escono riesci a capire di chi si tratta. Invece quando vedi le moto, vedi sia l’uomo che la moto.
Parliamo ora un po’ di Paolo Cevoli. Cosa bolle in pentola per la nuova stagione?
Tra quindici giorni debutto con un nuovo spettacolo a Cesena che si chiama “Disco Paradise 77” ed è la storia di una famiglia che gestiva una balera in Romagna e la trasforma in discoteca. La famiglia è composta dalla mamma e due figli gemelli che interpreto io. Con me lavora Claudia Penoni, la moglie di uno dei due fratelli, Duilio Pizzocchi che interpreta l’impresario della band e Andrea Vasuni che fa il cameriere. È una commedia scritta da me che racconta delle storie e che mi ha appassionato. Debutto il 15 ottobre a Cesena e poi vediamo. E da gennaio Zelig.
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(Maurizio Saporiti)