Inneres Auge è il singolo che che sancisce il ritorno di Franco Battiato. Il titolo dell’album sta a indicare che il tutto è più della somma delle sue parti. Quattro brani inediti e brani ricantati, riarrangiati e risuonati.
Qualcuno ha parlato di un filone, che si potrebbe definire “dell’indignazione” all’interno del quale trova posto l’invettiva contro la politica e il potere che Battiato affidò a Povera Patria.
A questo link è possibile ascoltare il singolo di Franco Battiato.
Come un branco di lupi che scende dagli altipiani ululando
o uno sciame di api accanite divoratrici di petali odoranti
precipitano roteando come massi da altissimi monti in rovina.
Uno dice che male c’è a organizzare feste private
con delle belle ragazze per allietare Primari e Servitori dello Stato?
Non ci siamo capiti
e perché mai dovremmo pagare anche gli extra a dei rincoglioniti?
Che cosa possono le Leggi dove regna soltanto il denaro?
La Giustizia non è altro che una pubblica merce…
di cosa vivrebbero ciarlatani e truffatori
se non avessero moneta sonante da gettare come ami fra la gente.
La linea orizzontale ci spinge verso la materia,
quella verticale verso lo spirito.
Con le palpebre chiuse s’intravede un chiarore
che con il tempo e ci vuole pazienza,
si apre allo sguardo interiore: Inneres Auge, Das Innere Auge
La linea orizzontale ci spinge verso la materia,
quella verticale verso lo spirito.
Ma quando ritorno in me, sulla mia via,
a leggere e studiare, ascoltando i grandi del passato…
mi basta una sonata di Corelli, perchè mi meravigli del Creato!
Povera patria
Povera patria! Schiacciata dagli abusi del potere
Di gente infame, che non sa cos’è il pudore,
Si credono potenti e gli va bene quello che fanno;
E tutto gli appartiene.
Tra i governanti, quanti perfetti e inutili buffoni!
Questo paese è devastato dal dolore…
Ma non vi danno un po’ di dispiacere
Quei corpi in terra senza più calore?
Non cambierà, non cambierà
No cambierà, forse cambierà.
Ma come scusare le iene negli stadi e quelle dei giornali?
Nel fango affonda lo stivale dei maiali.
Me ne vergogno un poco, e mi fa male
Vedere un uomo come un animale.
Non cambierà, non cambierà
Sì che cambierà, vedrai che cambierà.
Voglio sperare che il mondo torni a quote più normali
Che possa contemplare il cielo e i fiori,
Che non si parli più di dittature
Se avremo ancora un po’ da vivere…
La primavera intanto tarda ad arrivare.