Alcune riflessioni dopo aver ascoltato due concerti: il primo con il famoso violinista Uto Ughi e i Filarmonici di Roma, il secondo con il chitarrista Piero Bonaguri. Il primo alla sala Verdi del Conservatorio di Milano stracolma di pubblico, il secondo in una piccola sala di via Poerio, con un centinaio di giovani (è incredibile) che cercavano di capire come ascoltare la musica di oggi. Entrambi gli interpreti hanno intrapreso una relazione col pubblico, ma che diversità di approccio!
Ho sentito diverse volte in concerto Uto Ughi, ma come l’altra sera mai: quattro bis, il pubblico entusiasta, ma… stonature, attacchi sbagliati, un Mozart irriconoscibile; per nascondere di aver provato poco con l’orchestra e di non aver studiato le sue parti, il povero Uto ha avuto la brillante idea di “spiegare” come lui vedeva la musica, con un po’ di storia e narrando aneddoti, per accattivarsi il pubblico, ma poi che pena. ..Sono tornato a casa infastidito, amareggiato. In programma c’erano, fra altri, i grandi Mozart, Bartok e Ravel.
Altra storia invece con Piero Bonaguri. Qui invece non c’era un mito che doveva mostrarsi, farsi bello, ma l’uomo-interprete che voleva comunicare un’esperienza e un approccio alla musica di oggi. Non era proprio un concerto, ma un incontro della serie “Le ragioni della Musica” ideata dal compositore Pippo Molino. Il rapporto che si è creato fra pubblico ed esecutore si è rivelato carico di domanda e volto a capire la musica straordinaria di Villa Lobos e quella forse più difficile di Gilberto Cappelli, un compositore di oggi.
Il confronto era inevitabile “guardando” il pubblico. Nel primo caso una platea di ultra-sessantenni e pochissimi giovani che applaudivano indistintamente, applaudendo il “mito”, senza porsi alcuna domanda, forse solo per poter poi dire “io c’ero”. Nel secondo invece un pubblico giovane, incuriosito e attento a scoprire qualcosa.
Nel primo il sottotitolo: “la leggenda di Uto Ughi, l’eroe della musica classica”; nel secondo: “La Bellezza è un Altro che si comunica, che cerca un rapporto… L’estetica è un mezzo con cui il Creatore fa raggiungere la sua etica”. Proprio due modi diversi di porsi ad ascoltare la musica.
(Roberto Lonoce)