Sarà perché non se ne poteva più di case spiate e isole bellissime trasformate in finte prigioni per divi decaduti o forse perchè semplicemente è stato promosso davvero bene. Insomma sarà quel che sarà ma sta di fatto che X Factor ha contagiato tanti telespettatori, ormai fedeli all’appuntamento del martedì sera.
Perché la musica batte sul Due? (come dice il conduttore brianzolo Francesco Facchinetti) Anche.
Quest’anno, dopo la fortunata edizione del 2008 e l’altrettanto fortunata e fulminea ascesa della cassiera-cantante Giusy Ferreri, X Factor ha destato una maggiore curiosità e aspettativa… ed ecco tutti a caccia della nuova stella, ad indovinare chi “avrà un futuro”, chi “è bravo ma non abbastanza televisivo”…
X Factor permette di sentirsi un po’ giudice del programma (ognuno si identifichi pure se gli garba con Mara la discografica, la bionda Ventura o il dannato Marco Castoldi), o meglio, ti investe della gagliarda autorità di lanciare giudizi (anche più spietati e meno edulcorati di quelli della Signora Maionchi), senza poi dover rendere conto ai cantanti in erba nei camerini o sottoporsi al linciaggio pubblico spiattellato nel “Processo a X Factor” del sabato pomeriggio. Oppure ci si può fingere per un attimo il pirata Morgan, lisciarsi il ciuffo brizzolato e scovare insolite chicche musicali da assegnare ai propri prodi cantanti per la puntata successiva. Ed è proprio questo uno dei punti di forza di X Factor: oltre a sbatterti in prima serata Rai molte nuove voci, tra cui alcune meritevoli (molte) e altre pietose, il programma permette di riscoprire brani bellissimi finiti nel dimenticatoio (Contessa, Milano e Vincenzo), must stranieri spogliati dalla patina di sacralità esterofila che li rendeva quasi irriproducibili (Ordinary World, Because the Night, Grace) e altri pezzi appartenenti alla tradizione italiana più o meno ortodossa (Amandoti, Amore Disperato, Impressioni di Settembre) accanto, va bene, a sparate commerciali di opinabile gusto (Tutto Scorre, Gocce di memoria…).
Il bello però, è che ce n’è per tutti, dai romantici new wavers anglofoni, ai paladini della musica italiana d’autore, passando per punk rockers fedeli a Clash e Ramones, amanti del pop americano più orecchiabile, del sound R’n’B e del soul. E tra i candidati, onore al vero, c’è chi ha saputo dare nuovo colore e nuova vita a queste canzoni, interpretandole con personalità.
A questo proposito ricordiamo Noemi con i punk filosovietici CCCP di Amandoti, il pop colorato di Jury con Beautiful di Cristina Aguileira, qui in versione italiana, l’ironia glam dei Bastard Sons Of Dioniso con Contessa dei Decibel e, checché se ne dica, Black and Gold di Sam Sparro/Daniele. Insomma, tra una canzone e l’altra siamo arrivati alle le semifinali della prossima settimana… per chi non ha solo pregiudizi sul binomio musica-tv, per chi si sente un po’ talent scout o al contrario cantante dentro e per chi conserva ancora un minimo di curiosità su quello che potrebbe essere uno dei futuri (possibili) per la musica italiana, almeno un’occhiata e un ascolto attento andrebbero dati. Perché la musica non potrebbe battere sul Due?
(Martina Mambelli)