Inizio in sbandata ieri sera per la prima serata del sessantaduesimo Festival della Canzone italiana di Sanremo.
Eppure l’inizio spumeggiante e provocatorio di Paolo e Luca, a simboleggiare il passaggio di testimone fra il vecchio ed il nuovo Sanremo, facevano prevedere ben altri sviluppi per questo Festival targato ancora una volta, la seconda, Gianni Morandi.
Bella la scenografia futuristica con una struttura da oltre venti quintali completamente mobile ribattezzata Arca della Musica. Bravi i ballerini e i sessanta maestri dell’orchestra ma poco, troppo poco spazio e rilievo alle canzoni del Festival ed ai loro interpreti: alle ore 23:15 dovevano esibirsi ancora otto dei quattordici cantanti in gara. Ma il fondo del barile si è toccato con la comunicazione arrivata alle 00:30 dalla direzione RAI che annulla le votazioni della giuria demoscopica a causa di un guasto al meccanismo di voto e rimanda a mercoledì il riascolto di tutte e quattordici le canzoni. E’ subito scandalo. Qualcuno accusa Adriano Celentano ed il suo spettacolo nello spettacolo che con atmosfere apocalittiche, silenzi ed accuse che non hanno fatto sconti, dai preti e la chiesa alla consulta ed il governo, a trascinato nel baratro il concorso canoro. Altri danno la colpa alla gestione a risparmio che quest’anno la produzione RAI ha voluto mettere in campo, rinunciando a portare al Festival artisti come Steve Wonder e Madonna. In ultimo la scelta dei personaggi da affiancare al conduttore: Rocco Papaleo a volte fuori luogo e la modella ceca Ivana Mrazova, praticamente mai vista.
Troppe le incognite sulla manifestazione, sulle scalette e troppi i cosi detti “protocollo Celentano” che tutti gli ospiti o presunti tali hanno imposto alla produzione.
Ma come si può far funzionare una macchina così complessa come il Festival di Sanremo dove si esibiscono quasi 80 artisti in cinque sere, cambi di spartito e riassetto dei suoni ogni tre o quattro minuti, controllo e gestione di oltre 60 strumenti in pochi attimi se non si conoscono i tempi e gli spazi dedicati a ciò che và oltre la musica?
Ecco forse dove cercare la colpa di questa serata da dimenticare, che ha visto il suo solo e breve momento di gloria in quelle piccole chiazze di musica spalmate a in poco più di quattro ore di spettacolo, cioé durante l’esibizione dei cantanti in gara con le loro canzoni di buon livello.
Sarà difficile con la seconda serata, risalire la china dopo quello che abbiamo visto.
La speranza è riposta in Francesco Mandelli e Fabrizio Biggio al secolo “i soliti idioti” che assicurano di non temere il palco dell’Ariston e la censura Rai. Saranno ancora della stessa idea dopo questa sera?
(Angelo Oliva)