EUGENIO FINARDI/ “Sessanta”, il miglior biglietto da visita per il Festival

- La Redazione

Eugenio Finardi, lanciato verso Sanremo, ha presentato nella sua Milano il nuovo album dal titolo “Sessanta”, realizzato in partership con la Cramps e la Edel. Il racconto di ANGELO OLIVA

FinardiBordoBiancoDefR400 Il nuovo album di Eugenio Finardi, "Sessanta"

Eugenio Finardi ha presenato nella sua Milano il nuovo album dal titolo “Sessanta” realizzato in partership con la Cramps e la Edel, etichette indipendenti che lo hanno accompagnato nelle sue ricerche musicali di tutti questi anni.

“Sessanta” sono anche gli anni che il cantautore meneghino compira il prossimo 16 luglio.
Il nuovo lavoro si compone di ben tre cd che raccolgono una parte dei suoi brani più importanti come “Extraterreste”, “Musica Ribelle”, “La Radio”, “Dolce Italia”. Un viaggio, come ama definirlo l’artista, con canzoni edite portate a nuova luce e nuove rivisitazioni, ri-suonate e re-interpretate da un Finardi maturo e allo stesso tempo di giovane spirito.

“Nuovo Umanesimo” scritto con Max Casacci, chitarrista, produttore, fondatore  e compositore dei Subsonica, “Maya”, “Why” e “Passera’” i quattro nuovi inediti presenti in “Sessanta” che al primo ascolto appaiono molto convincenti e veramente interessanti, con sonorità rock che rimangono nella testa.

I nuovo musicisti che accompagnano questo nuovo viaggio di Finardi sono giovani, con passioni musicali radicate nel passato, ma proiettate verso il futuro. «Questo è quello che ho riscoperto con loro, che i tempi cambiano, ma le passioni e i desideri accomunano lo spirito che non ha età…».

L’uscita del disco sarà in concomitanza con la 62° edizione del Festival di Sanremo e conterrà, tra gli altri, anche il brano “E tu lo chiami Dio” quinto inedito in gara nella competizione Sanremese.
Il cantautore milanese torna a calcare il palco dell’Ariston dopo l’esperienza del 1985 con “Vorrei Svegliarti” e del 1999 con “Amami Lara”, stranamente con un brano non suo, ma scritto dalla giovane artista Roberta di Lorenzo, scoperta e prodotta dalla stesso Finardi.

“E tu lo chiami Dio” affronta il tema della spiritualità come bisogno fondamentale dell’Uomo, e del rispetto a essa dovuto a prescindere da quale declinazione religiosa o filosofica si scelga.
«La necessità di dare un senso alla nostra vita – racconta Finardi – ancor più se non credenti, diventa un imperativo sempre più urgente nel complesso tempo in cui viviamo».

Per chi ama il rock e si è formato musicalmente negli anni Settanta, Eugenio Finardi ha rappresentato, e forse rappresenta tutt’oggi, il puro spirito “Rock Attitude”, un autentico e originale modo di vivere.

Reduce della prestigiosa onorificenza dell’Ambrogino d’oro che la città di Milano gli ha conferito lo scorso dicembre a conferma di una grande carriera delll’impegno civile, nel sociale e nella solidarietà, il cantautore di origini italo-americane, Eugenio Finardi torna sulla scena senza esserci in realta mai sceso e dopo anni intensi e pieni di nuove esperienze musicali. Dal Fado al Blues alla Musica Sacra, dal Teatro di prosa fino al progetto di Classica Contemporanea “Il Cantante Al Microfono”, vincitore del Premio Tenco nel 2008 e realizzato con il prestigioso ensemble Sentieri selvaggi, un debutto al Teatro alla Scala di Milano insieme all’ensemble Entr’acteche come voce narrante ne “La Storia del Piccolo Sarto” di Tibor Harsany e un libro uscito nel gennaio dello scorso anno “Spostare l’orizzonte. Come sopravvivere a quarant’anni di vita rock”, il primo del cantautore, edito da Rizzoli, scritto a quattro mani con Antonio D’Errico.

Nel libro il cantautore ripercorre le tappe salienti della sua carriera: dai primi passi in ambito musicale all’impegno politico degli anni Settanta fino alle sperimentazioni del periodo più recente. La sua vita, la musica e il rapporto con la figlia, affetta dalla sindrome di Down, sono le protagoniste delle pagine di questa intensa autobiografia, raccontata senza pudori a partire dal rapporto con i genitori a quel un senso di diversità rispetto agli altri in una visione artistica, etica e politica unica.

In attesa di ascoltare con curiosita “E tu lo chiami Dio” al Festival di Sanremo, gli arrangiamenti del maestro Filippo del Corno classe 1970 e Presidente della Fondazione Milano, ma soprattutto la voce del giovane, quanto meno nello spirito Eugenio Finardi, fischiettiamo con lieta sorpresa le nuove canzoni di “Sessanta”.

(Angelo Oliva)





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