Bruce Springsteen esordisce nel campo della letteratura: esce infatti in questi giorni in America un libro illustrato dedicato ai bambini intitolato “Outlaw Pete” come una sua canzone. Per l’occasione il New York Times lo ha intervistato a proposito dei suoi libri e scrittori preferiti. Springsteen conferma quanto già si sapeva, conoscendo le sue canzoni, e che cioè la scrittrice Flannery O’Connor, come dice lui, è l’autore di libri che lo ha maggiormente influenzato: “I racconti brevi della O’Connor” dice “mi hanno influenzato molto. In essi si può percepire l’inconoscibilità di Dio, i misteri intangibili della vita che confondono i suoi personaggi e che ritrovo al mio fianco tutti i giorni. Contengono quel senso gotico dell’oscurità che ritrovo nella mia stessa infanzia e che allo stesso tempo mi ha fatto sentire fortunato di essere stato al centro di questo vorticoso puzzle nero, le stelle sopra di noi e la terra a malapena sotto di noi”. Springsteen racconta poi che il primo libro che abbia mai letto da ragazzo fu Il mago di Oz. In generale, i suoi autori preferiti oggi sono quelli russi come Chekhov, Tolstoy e Dostoyevsky. I libri che ha amato di più? I fratelli Karamazov e Anna Karenina. Altri autori che ama sono Philip Roth, Cormack McCarty e Richard Ford. Curiosità: gli piace leggere trattati di astrologia, sport (baseball) e filosofia. I libri musicali che invece preferisce sono: al primo posto Mystery Train di Greil Marcus, Last train to Memphis (dedicato alla vita di Elvis Presley) di Peter Guralnick e l’autobiografia di Bob Dylan, Chronicles, della quale dice lo ha fatto sentire orgoglioso di essere un musicista.