Renzo Rubino, all’anagrafe Oronzo Rubino, classe 1988, si era distinto durante lo scorso Festival di Sanremo aggiudicandosi il premio della critica “Mia Martini” con il brano “Il postino”. È passato un anno da quando ha mosso i suoi primi timidi passi sul palco dell’Ariston e oggi, dopo circa dodici mesi, il cantante tarantino gareggia di nuovo per la vittoria, ma stavolta tra i big. Inutile descrivere la felicità del ragazzo, che, in una battuta simpatica per commentare il suo salto di qualità, si è paragonato al Sassuolo in serie A. Renzo di certo non si aspettava di trovarsi a dover sostenere una competizione contro artisti che, oltre ad avere più esperienza di lui, hanno scritto, con le loro canzoni, la storia del Festival di Sanremo. Il cantante pugliese raccoglie con piacere la sfida e afferma di essere pronto a cantare le sue canzoni, di cui va estremamente fiero, e di poter, tramite queste, esprimere nuovamente se stesso davanti a milioni di italiani. I suoi brani, che l’anno scorso avevano spiazzato positivamente il pubblico e la giuria di Sanremo, con il loro carattere che rimanda a un certo lirismo, si sono collocati su una strada decisamente innovativa rispetto ai brani che da sessantaquattro anni infiammano il palcoscenico della città dei fiori, tanto più per il fatto che non ci si aspettava una tale esibizione nella categoria delle nuove proposte. Renzo continua proprio su questa scia di novità, impegnandosi personalmente nella composizione dei brani che presenterà e lavorando duramente ai testi che le costituiscono.L’esperienza di Sanremo non ha costituito un punto di arrivo per Rubino, ma al contrario gli ha permesso di crescere artisticamente e professionalmente. La sua partecipazione al Festival, infatti, gli ha permesso di solcare i palcoscenici di tutta Italia e di ricevere numerosi premi. “È come se Puccini si fosse iscritto a Facebook”, era stato scritto in una recensione su di lui, per la sua capacità di mescolare la tradizione della musica italiana e l’innovazione della strada intrapresa. Renzo risponde sostenendo che la cultura italiana è fatta di arti e di bellezza e la musica, in particolare la musica classica, rientra in queste categorie. Neanche a farlo apposta Renzo è un ammiratore di Puccini, probabilmente perché da piccolo, nel suo paese d’origine, Martina Franca, si è trovato più volte ad assistere, anche nascondendosi dietro le quinte, al Festival della Valle d’Itria.Rubino ritiene opportuno restare legato al passato, aggiungendo qualcosa di nuovo. E questo vale, per lui, sia per la musica che per l’architettura italiana, che costituisce una tradizione secolare a cui si deve accostare qualcosa di nuovo, senza eliminare le tracce del passato. Lo stesso spirito guida il cantante nella composizione delle sue canzoni: attinge dalla tradizione della musica italiana, aggiungendo quel pizzico di novità che rende i suoi brani diversi da quelli in un certo senso convenzionali.Le sue due canzoni per il Festival sono “Ora” e “Per sempre e poi basta”. La prima costituisce una riflessione, come l’ha definita l’autore stesso, precisando che non è opportuno pensarla come brano impegnato, per quanto possa essere profondo il messaggio che vuole comunicare, la seconda, invece, è una tradizionale canzone d’amore. Non ci resta che attendere con ansia il momento in cui il teatro Ariston si riempirà delle note delle canzoni di Renzo Rubino, che ha accettato anche quest’anno la sfida del Festival di Sanremo e si impegna più che mai, attraverso intense prove preparatorie, ad affrontare i giganti della musica italiana, con cui per fortuna o per sfortuna si dovrà confrontare.