Chiara Galiazzo fa il tris a Sanremo: la vincitrice della sesta edizione di X Factor canterà “Nessun posto è casa mia” al Festival. Dopo aver esordito con “Il futuro che sarà” ed essere tornata con “Straordinario”, la cantante porta il brano che tratta dell’importanza delle persone che ci vogliono bene. Una scelta rischiosa quella di Chiara, che potrebbe essere giunta ad una tappa importante del suo percorso musicale. La banalità era la buccia di banana nella quale poteva incappare e scivolare l’artista, che invece canterà una canzone profonda. Chiara, che ha una delle voci più belle nel panorama musicale italiano, sfoggerà una canzone che crescerà pian piano nell’ascolto. Quello della lontananza dalle persone e dai luoghi in cui è bello tornare è un tema che può risultare scontato, ma il testo regala immagini originali e forse pure qualche cenno autobiografico, visto che la cantante veneta vive ormai da anni a Milano. Lo stile evocativo del brano è interessante.
“Nessun posto è casa mia
Ho pensato andando via
Soffrirò nei primi giorni ma
So che mi ci abituerò
Ti cercherò nei primi giorni
Poi mi abituerò”
Chiara riflette con questo brano raffinato non solo sull’amore, ma anche sul distacco: la canzone si apre con il racconto delle sensazioni che si vivono quando ci si allontana dalle persone care e dai luoghi familiari per cambiare la propria realtà. Un cambiamento doloroso all’inizio, quando ci si ritrova a guardarsi intorno alla ricerca di ciò che ci manca, ma al quale poi col tempo ci si abitua. Il concetto del viaggio si apre con un’immagine dolorosa e malinconica, ma soprattutto essenziale.
“Perché si torna sempre dove si è stati bene
E i posti sono semplicemente persone
Partenze improvvise, automobili, asfalto
Le ombre di una notte in provincia
Il coraggio di chi lascia tutto alle spalle e poi ricomincia”
Le persone che sanno aspettare e perdonare sono i luoghi accoglienti in cui si torna, quelli in cui si sta bene. La riflessione sul cambiamento si arricchisce di nuovi contenuti: sono le persone a “creare” i luoghi a cui ci si affeziona, ma a volte ci si ritrova nella condizione di doverle lasciare per ricominciare. Riuscirci non è affatto semplice, anzi serve coraggio per lasciarsi tutto alle spalle. Il brano cresce in tutta la sua onestà raccontando le difficoltà legate al viaggio e al cambiamento.
“Non era la vita che stavamo aspettando ma va bene lo stesso
È l’amore che rende sempre tutto pazzesco”
Dopo aver lasciato quel pizzico di stile nominale per fotografare i momenti più caratterizzanti del viaggio, il brano introduce un altro concetto importante e che poi diventa dominante: l’amore. Spesso le nostre aspettative vengono deluse, ma poi ci pensa l’amore a rendere pazzesca la nostra esistenza, a “colorarla” di emozioni ed esperienze. E il brano lo racconta con sobrietà.
“Nessun posto è casa mia
L’ho capito sì… andando via
È sempre dura i primi tempi ma
So che mi ritroverò
Avrò sempre occhi stanchi e mancherai
Poi mi abituerò”
Viene riproposto il concetto di casa, che non è legata ad un luogo specifico, bensì alle persone di cui ci si circonda. Ma si torna a descrivere le difficoltà che bisogna superare quando si decide coraggiosamente di dare una svolta alla propria vita: bisogna preventivare il dolore e la sofferenza, anche se ciò non serve a mitigarne l’intensità. E, infatti, si finisce in questi casi con tanta malinconia e occhi stanchi, ma il tempo alimenta il processo di adattamento e quindi si finisce con l’abituarsi a queste sensazioni.
“Perché si torna sempre dove si è stati bene
E i posti sono semplicemente persone
Voglia di tornare, luci basse, stazioni
Anche se non ci sarà nessuno ad aspettarti
La bellezza di chi nonostante tutto sa perdonarti”
I viaggi sono fatti di ritorni, ma ciò non riguarda solo i luoghi: si torna anche dalle persone che fanno sentire a casa, che diventano posti nei quali si torna perché si è stati bene. Torna lo stile nominale per descrivere la voglia di tornare e quale luogo migliore di una stazione? Lì, però, potremmo non trovare nessuno ad aspettarci o, invece, ci sarà qualcuno che, nonostante tutto, ha saputo perdonarci.
“Non era la vita che stavamo aspettando ma va bene lo stesso
È l’amore che rende sempre tutto perfetto
È l’amore che passa si ferma un momento, saluta e va via
È l’amore che rende i tuoi silenzi casa mia”
L’amore rende tutto perfetto, anche quando la vita ci sembra tutt’altro che come la volevamo. Gli amori possono fermarsi, salutarci e andare via, ma possono anche essere utili per coprire i silenzi. Interessante la chiusura del brano, perché viene riproposto il concetto di casa. “Nessun posto è casa mia” esordisce Chiara, che poi conclude con l’idea che i silenzi possano diventare la sua casa. E allora questo stesso brano che parla di cambiamenti e viaggi si evolve, cresce e sviluppa: vive. (Silvana Palazzo)