Don’t Look Back in Anger/ Video: la folla canta gli Oasis: ecco perchè non serve uno sguardo di rabbia
A Manchester durante una veglia in ricordo delle vittime dell’attentato all’arena, una persona ha dato vita spontaneamente a un coro commovente con una canzone degli Oasis

Questa volta gli Oasis battono John Lennon, e non poteva essere altrimenti visto che la band, che oggi non esiste più, dei fratelli Noel e Liam Gallagher era originaria della città inglese colpita nella strage dei bambini. Orgogliosamente mancuniani, tifosi schierati del Manchester City, i Gallagher provengono da una famiglia irlandese della classe operaia emigrata a Manchester, e hanno sempre mantenuto un legame fortissimo con le loro origini nonostante il successo planetario.
Fino a oggi quasi sempre dopo una strage terroristica si erano invece sentite risuonare le note un po’ melense con le parole alquanto nichiliste del classico dell’ex Beatle, appunto Imagine, da molti considerata inno del pacifismo mondiale con il suo invito a “immaginare tutta la gente che vive in pace” (dopo aver rimosso religioni, confini etc.). A Manchester ieri mattina invece durante una delle tante veglie di preghiera e di ricordo organizzate spontaneamente dai cittadini, si è assistito a qualcosa di diverso.
In St. Ann’s Square, dove la gente depone fiori in ricordo delle vittime in quanto non ancora possibile avvicinarsi all’arena dove è avvenuto l’attentato, dopo il minuto di silenzio richiesto una ragazza ha cominciato spontaneamente a cantare da sola uno dei brani più famosi degli Oasis, Don’t Look Back in Anger. Subito è stata seguita dalle centinaia di persone presenti che hanno dato vita a un coro commovente. La canzone è particolarmente significativa, perché anche se tratta della fine di un rapporto affettivo, il titolo coincide magnificamente con il sentimento che tutti, dopo le morti innocenti in cui abbiamo provato rabbia devastante, adesso vogliamo e desideriamo si imponga: “Non guardarti indietro con rabbia”, don’t look back in anger appunto. Difficile da fare, ma l’unica risposta per andare avanti, non farsi vincere dalal rabbia se no si diventa portatori di odio come i terroristi.
E a proposito di musicisti il noto dj e produttore americano Moby, ha rilasciato una intervista in cui dice apertamente che “non si fa abbastanza per condannare atti di violenza così odiosi”. Dio, ha aggiunto, “non perdona la strage di innocenti”: “I leader religiosi che appoggiano un terrorista che si fa esplodere con un ordigno improvvisato, in mezzo a una folla di giovani sotto gli spalti, sono nemici di Dio e della pace”.
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