È uno dei cantanti più attesi della Sezione Giovani del Festival di Sanremo con la sua “Storia Impossibile”. Andrea Nardinocchi, bolognese, classe 1986, è stato conquistato dalla musica fin da bambino, approdando da adolescente al conservatorio di musica jazz. Ed è lì che si rende conto che ad attrarlo non sono gli strumenti musicali classici, ma le nuove tecnologie e le fonti musicali alternative, che per lui rappresentano perfetti mezzi di comunicazione. Comincia così a sperimentare il beatbox, ovvero suoni e basi ritmiche prodotti con la bocca, e la loopstation, apparecchio tecnologico che permette di registrare e riprodurre in loop qualsiasi suono si voglia: quest’ultima tecnica lo conquista a tal punto da definirsi tuttora un “loopwriter”, unendo a questa base tecnologica armonie melodiche che, mixate, producono particolarissime sonorità.
Ed è proprio in questo modo che si è fatto conoscere al grande pubblico del web nei mesi scorsi: la canzone “Un posto per me”, scritta, eseguita e lanciata in internet, ha iniziato a imperversare, e complice il passaparola dei vari social network il fenomeno Nardinocchi è esploso. La partecipazione al Festival della Canzone Italiana gli permetterà per la prima volta di esibirsi in versione live, portando sul palco di Sanremo la sua “Storia Impossibile” e sarà accompagnato dall’Orchestra dell’Ariston diretta dal maestro Andrea Mirò. Non a caso è stato scelto il giorno di San Valentino, in concomitanza con la sua esibizione sanremese, per l’uscita del suo primo album intitolato “Il momento perfetto”, composta da 12 brani inediti scritti ed eseguiti da lui.
Quello che però i fan potranno ammirare sul palco dell’Ariston è il ballo, che è una componente fondamentale dei pezzi del giovane artista: appassionato fin da adolescente del freestyle basket, porta in eredità dal suo sport un fisico atletico ed asciutto, che muove seguendo la sua stessa musica, tanto da rendere la coreografia una parte integrante e imprescindibile del pezzo stesso che sta eseguendo. Come lui stesso ha più volte dichiarato nelle ultime settimane, per quanto riguarda il ballo è completamente autodidatta: le movenze sono frutto di un lungo allenamento di fronte a uno specchio, che gli ha permesso di imparare a muoversi con disinvoltura sulla base dei suoi stessi brani.
Grande influenza sulla sua capacità di ballare, a suo stesso dire, è dovuta allo scomparso Michael Jackson, di cui Andrea Nardinocchi era un accanito fan fin da bambino. Nonostante la completezza che lo contraddistingue nelle sue esibizioni, tra writer, singer, coreografo e ballerino, Andrea Nardinocchi colpisce nelle interviste che rilascia per la sua freschezza, unita a una modestia che lo rende immediatamente simpatico: in una di queste Nardinocchi ha anche “spoilerato” quello che, secondo lui potrebbe essere un potenziale vincitore della categoria giovani, ovvero Il Cile, che considera un buon “cantautore 2.0”, tenendo però a specificare che tutti i suoi colleghi sono ugualmente bravi. Purtroppo però Il Cile ieri è stato eliminato. Insomma, il ventiseienne loopwriter emiliano è pronto a stupire il pubblico dell’Ariston con qualcosa di completamente nuovo e di davvero diverso.