Naspi 2025 con nuove regole a partire dal 1° gennaio. Il contributo minimo è previsto per almeno 13 settimane.
La Naspi del 2025 è ricca di nuove regole che impongono il lavoratore a dimostrare di aver maturato un minimo di 13 settimane di contributi previdenziali affinché possano ricevere l’indennità di disoccupazione. La cessazione del rapporto dev’essere naturalmente non voluta dall’ex impiegato.
La recente circolare INPS ha chiarito che la regola varrà a partire dal 1° gennaio di quest’anno, e può essere accettata anche se l’oramai disoccupato aveva nell’ultimo anno, deciso di dimettersi dal vecchio lavoro oppure la decisione di recesso era stata concordata dalle due parti.
Le regole per la Naspi del 2025
Le regole previste per la Naspi a partire dal 1° gennaio del 2025 prevedono delle variazioni importanti. L’ente previdenziale ad esempio, ha specificato in un apposito documento, alcune delle situazioni che non verrebbero valutate come “cessazione richiesta volontariamente”.
Rientrano in tali casistiche le dimissioni che sono state considerate “per giustificato motivo“, il ritiro dal lavoro durante il periodo di paternità oppure maternità, il licenziamento consensuale secondo quanto previsto dalla Legge del 15 luglio dell’anno 1966 e con numero 604, così come il trasferimento da una sede all’altra (della stessa impresa), nell’ipotesi di ragioni tecniche, produttive o distanti 50 km dal luogo in cui vive l’impiegato o con un tempo medio di percorrenza di 80 minuti (o di più con i mezzi pubblici).
I chiarimenti dall’INPS sulla contribuzione “effettiva”
La Naspi potrà essere assegnata a partire dal 1° gennaio del 2025 ai lavoratori che dimostreranno negli ultimi quattro anni, di aver maturato un numero di contributi pari a 13 settimane. Questo periodo che chiamiamo “transitorio” e che l’ente definisce come “contribuzione utile”, non solo conteggia i giorni lavorati, ma tiene conto anche dei contributi previdenziali che vengono maturati durante la maternità e dall’astensione dal luogo di lavoro per i figli.
Dal momento in cui il lavoro termina il disoccupato ha 68 giorni di tempo per far richiesta al patronato oppure accedendo direttamente al portale INPS con il metodo di autenticazione digitale.
Nonostante i lavori a tempo indeterminato siano in aumento, la maggior parte di fa richiesta per la disoccupazione sono coloro che provengono da un “determinato” e il cui target è tra i 35 e massimo 49 anni di età.